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martedì, 1 Luglio, 2025
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Risposte nuove per una società frammentata: la versione di De Toni

Dal basso, in chiave pluralista, può nascere un processo ispirato ai valori del personalismo comunitario. Così De Toni nella conferenza promossa da Demos: «Recuperiamo il legame tra persone e comunità».

Si è tenuta ieri presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa promossa da Demos per lanciare la “Rete Civica Solidale””. A intervenire, tra gli altri, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, che ha tracciato il profilo di un’iniziativa politica nuova, capace a suo avviso di coniugare radicamento territoriale, cultura democratica e capacità di proposta.

«Quella di oggi – ha esordito De Toni – non è che la prima tappa di un percorso costituente lungo almeno un anno». L’obiettivo? Costruire appunto una rete civica che, in una logica federativa e partendo dal basso, unisca esperienze diverse: realtà civiche, forze popolari e progressiste, sensibilità ambientaliste, movimenti autonomisti. Tutto questo all’interno dell’area del centrosinistra, ma con l’ambizione di rinnovarne profondamente forma e spirito.

 

Un progetto per chi non vota

Secondo De Toni, questo nuovo soggetto politico può parlare con maggiore efficacia rispetto ad altri all’ampio mondo dell’astensione, intercettando il disagio e il distacco di tanti cittadini che non si sentono rappresentati. «La varietà della domanda politica richiede una varietà dell’offerta», ha spiegato, richiamandosi alla Legge della Varietà Necessaria formulata da Ashby nel 1956. In altre parole: servono risposte nuove per una società sempre più frammentata e complessa.

Una rete nazionale, radicata nei territori

La Rete Civica Solidale si propone dunque come una forza autonoma e pluralista, fondata sui valori della Costituzione e capace di difendere l’umano – oggi minacciato da un clima culturale dominato da sovranismi e populismi. Numerose le realtà locali già coinvolte, dal Trentino al Veneto, dalla Toscana alle Marche. Ma l’appello è rivolto a tutti: «Entrate in questo processo costituente», ha detto De Toni, ribadendo l’apertura a un lavoro collettivo, inclusivo e trasversale.

Il personalismo comunitario come orizzonte

A fornire l’impianto culturale dell’intervento è stato il richiamo al personalismo comunitario di Emmanuel Mounier: una visione che rifiuta sia l’individualismo liberista sia il collettivismo totalitario, per porre al centro la persona in relazione con gli altri. «Una comunità solidale – ha detto De Toni – si costruisce solo se tutti possono realizzarsi, materialmente e spiritualmente». In questo quadro, la sussidiarietà, il bene comune, la solidarietà e la centralità delle comunità locali diventano i capisaldi di un nuovo impegno politico.

Tre assi dintervento per una nuova agenda riformista

Il discorso di De Toni si è concluso con una serie di proposte operative:

  • Rilanciare la solidarietà locale, costruendo un welfare generativo che valorizzi il civismo e il popolarismo democratico.
  • Contrastare le disuguaglianze, a partire dall’accesso all’istruzione, alla sanità e ai servizi sociali, in linea con la migliore tradizione riformista.
  • Promuovere l’autonomia territoriale, rafforzando il principio di autogoverno per rendere più efficaci le risposte locali.
  • Affermare politiche ambientali coraggiose, come elemento costitutivo di uno sviluppo sostenibile, giusto e lungimirante.

In conclusione, per De Toni è giunto il momento di costruire una nuova casa per chi crede nella politica come servizio, nella comunità come bene da custodire, nella persona come misura di ogni scelta pubblica.