Rocca la spunta con Moody’s, ma dov’è il suo modello Lazio?

Una volta eletto, ha dimostrato di essere lontano dal giovanile cliché dell’estremista di destra. Ora gli serve uno scatto di fantasia nel governo della Regione, ma sconta il peso della solitudine.

La notizia è di qualche giorno fa. L’agenzia Moody’s ha promosso il rating della Regione Lazio, portandolo da Ba1 a Baa3. Un risultato che premia indubbiamente il lavoro svolto in un anno dalla giunta Rocca.

Bisogna sottolineare, alla luce di quanto rilevato dagli analisti di Moody’s, come la Regione sia passata da un livello “non-investiment/speculative” a “lower medium”, diventando più attrattiva per gli investitori. Moody’s ha apprezzato il processo che ha portato al rafforzamento delle buone pratiche di governance, fino a centrare l’obiettivo dell’azzeramento del deficit corrente.

Certo, non è tutto oro quel che luccica. Voci critiche hanno ricordato il peso del debito, per il quale, a lungo andare, la sostenibilità degli oneri finanziari tornerebbe precaria. Si è parlato addirittura di regalo da parte di Moody’s, anche se in precedenza altre agenzie avevano rivisto il giudizio sulla Regione, alzando egualmente il rating. Tutto dipende, allora, dalla capacità di stabilizzare il trend che segna effettivamente un’inversione di tendenza. Se la prudenza è d’obbligo, non lo è il pessimismo forzato e perciò strumentale.

Rocca è stato più volte attaccato per i suoi trascorsi nelle file dell’estremismo di destra. Una volta eletto, ha però dimostrato di essere lontano anni luce da quel cliché giovanile, mostrando indubbie doti di equilibrio e buon senso. Anche i suoi rapporti con Gualtieri, specialmente sui vari dossier relativi alla gestione del Pnrr e del Giubileo, hanno messo in risalto la propensione a un uso finanche garbato di poteri e competenze a lui attribuiti. Sarebbe pertanto ingiusto disconoscere la misura con la quale ha garantito una sana cooperazione nell’interesse di Roma.

Rocca adesso è a un bivio. Avendo portato a casa la promozione sul bilancio, deve compiere un salto di qualità nella direzione politica della Regione. Gli serve uno scatto di fantasia, qualcosa che lo riscatti dall’immagine grigia di onesto penitente per “colpe” passate, un piglio capace di aggredire una logica di sviluppo del Lazio. La sua coalizione appare piuttosto un cappio, invece di essere una risorsa. È solo, a dire il vero, forse più di quanto egli stesso non sia diposto a riconoscere. Insomma, ancora non si vede un Modello Rocca.