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lunedì, 21 Luglio, 2025
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Sala più debole, adesso anche Forza Italia chiede le dimissioni 

Il “modello Milano” si sgretola sotto il peso delle inchieste. L’intervento del Sindaco al Consiglio comunale - previsto per le 16.30 di oggi pomeriggio - non basterà a salvare una stagione amministrativa giunta al capolinea.

L’attesa per l’intervento di Sala in Consiglio comunale è un effetto ottico: si finge che tutto sia in sospeso, ma la crisi è già conclamata. Non è con il sacrificio dell’assessore Tancredi che si può rimuovere il problema. Né tantomeno è credibile un “nuovo inizio” che, pur nella continuità, voglia archiviare il sistema senza confessarne i vizi d’origine. Sala prova a tenere insieme tutto: giunta, Pd, il proprio ruolo e la pretesa neutralità amministrativa. Ma il “modello Milano”, di cui è garante e interprete, è andato in frantumi.

Urbanistica semplificata, rischio  corruzione

Il cuore della crisi è politico, non giudiziario. Da anni Milano è il laboratorio dell’urbanistica semplificata e quindi flessibile: un esperimento venduto come modello di efficienza, ma che ha finito per assomigliare a una deregulation permanente. L’urbanistica contrattata – ereditata dagli anni ’80 e riproposta con zelo bipartisan – ha finito per amplificare le occasioni di intervento degli “animal spirits” del mattone. Non è un caso che la Procura parli di sistema pervasivo e corruttivo: peggio – aggiungiamo – di Tangentopoli.

Il Pd svolazza, Forza Italia si sfila

Il Partito Democratico, che per anni ha blindato il modello Milano, ora tenta un’improbabile operazione di discontinuità: lascia esporre i dirigenti locali e si tiene alla larga da una linea chiara. Ma così facendo, rende Sala ancora più debole. La dichiarazione di Alessandro Cattaneo, che pur ribadendo la linea del garantismo prende atto del fallimento politico del centrosinistra, segna il passaggio di Forza Italia all’opposizione attiva. Finora aveva tenuto la posizione, in nome di un interesse superiore della città. Ma se il “Modello Milano” viene derubricato – questo chiede la Schlein  – viene anche meno quel tanto di solidarietà istituzionale con chi di quel modello vanta il copyright (con Albertini sindaco).

Sala come il Barone di Münchhausen…ma le dimissioni sono inevitabili

È la metafora giusta per capire l’impasse di questi giorni. Il sindaco cerca di risollevare se stesso e la sua amministrazione tirandosi su… per i capelli. Un tentativo fallace in irigine, da manuale di sopravvivenza. Di fronte al manovrismo della sinistra, la destra si ricompatta. L’idea di una crisi pilotata dentro al recinto Pd-Sala è molto fragile.

Il “modello Milano” non è emendabile, va archiviato. Ma non si può archiviare senza che chi ne è stato il simbolo si faccia da parte. Sala ha guidato questo ciclo amministrativo con ambizione, ne è stato il padre e il garante. Oggi non può salvarsi stralciando la politica di cui è stato artefice e protagonista. Prima si dimette e meglio è – per sé, per la città, per la credibilità delle istituzioni.