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Sale a 217,5 mld economia sommersa e illegale, incidenza su Pil è al 10,2%

Roma, 17 ott. (askanews) – Nel 2023 il valore dell’economia non osservata cresce di 15,1 miliardi, segnando un aumento del 7,5% rispetto al 2022, a quota 217,5 miliardi di euro. L’incidenza dell’economia non osservata sul Pil, cresciuto a prezzi correnti del 7,2%, è lievemente aumentata al 10,2%, dal 10,1% del 2022. L’economia sommersa, ovvero al netto delle attività illegali, si attesta a poco meno di 198 miliardi di euro, in crescita di 14,9 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. Lo ha reso noto l’Istat.

Le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 132mila, in crescita di oltre 145 mila unità rispetto al 2022.

La componente legata alla sotto-dichiarazione si attesta a 108,2 miliardi di euro mentre quella connessa all’impiego di lavoro irregolare è pari a 77,2 miliardi (erano, rispettivamente, 101,5 e 69,4 miliardi nel 2022). Le componenti residuali valgono 12,2 miliardi di euro (11,8 miliardi nel 2022). Nel complesso, i settori dove il peso del sommerso economico è maggiore sono gli Altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 32,4% del valore aggiunto del comparto, il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,8%) e le Costruzioni (16,5%). Si osserva invece un’incidenza minore per gli Altri servizi alle imprese (5,5%), la Produzione di beni d’investimento (4,3%) e la Produzione di beni intermedi (1,6%).

Nel 2023 le attività illegali hanno generato un valore aggiunto pari a 20 miliardi di euro, corrispondenti allo 0,9% del Pil; tale valore include l’indotto, ossia la valutazione dei beni e servizi legali utilizzati nei processi produttivi illegali. Nel 2023 si è registrata una crescita dell’1% (pari a +0,2 miliardi di euro) del valore aggiunto generato dalle attività illegali. I consumi finali di beni e servizi illegali sono rimasti sostanzialmente invariati, attestandosi a 22,7 miliardi di euro (corrispondenti all’1,8% del valore complessivo della spesa per consumi finali).

Con riferimento al periodo 2020-2023, le attività illegali hanno mostrato un aumento di 2,4 miliardi di valore aggiunto e di 2,8 miliardi di spesa per consumi finali, con una crescita media annua, rispettivamente, del 4,4% e del 4,5%.

Nel 2023 il traffico di stupefacenti è cresciuto lievemente: il valore aggiunto è salito a 15,3 miliardi di euro (+0,2 miliardi rispetto al 2022), mentre la spesa per consumi si è attestata a 17,2 miliardi di euro.

Nello stesso periodo si è registrata anche una moderata crescita dei servizi di prostituzione. In particolare, nel 2023 il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, del 2,8% e del 2,9% (portandosi a 4,1 e 4,8 miliardi di euro), dinamica dovuta anche alla revisione delle fonti utilizzate.

L’attività di contrabbando di sigarette nel 2023 è rimasta marginale, rappresentando una quota – sul complesso delle attività illegali – del 2,5% del valore aggiunto (0,5 miliardi di euro) e del 3% dei consumi delle famiglie (0,7 miliardi di euro).

Nel periodo 2020-2023 l’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riconducibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è passato da un valore aggiunto di 1,3 miliardi di euro a 1,4 miliardi.