Milano, 24 gen. (askanews) – Lucio Corsi parteciper alla 75esima edizione del Festival di Sanremo (11-15 febbraio 2025), in gara per la prima volta, con il brano “Volevo essere un duro”. Il cantautore toscano racconta cos il suo rapporto con il Festival: “Sono legato ai ricordi di un Sanremo che non ho vissuto, un Sanremo di quando non ero nato, ma che ho recuperato, andando a scavare, spinto dalla passione per la musica, ovvero le esibizioni di Ivan Graziani con Maledette malelingue e benedetto Rock & Roll, quello di Vasco, con il microfono in tasca che va via dal palco finendo la canzone, e quello di Rino Gaetano col frac. Queste sono le esibizioni che mi porto pi nel cuore. il palco del festival della canzone italiana. Io rincorro le canzoni da quando ero bambino, perci un grande onore per me salire su quel palco. Sono molto curioso di salire sul palco dell’Ariston perch un’esperienza nuova, anche se quel palco ci sal al Tenco qualche anno fa, per ovviamente un altro tipo di festival. Ci sono molti pi occhi dietro alle telecamere a Sanremo. Come dico spesso anche nella serie di Verdone, ma una cosa che dicevo gi prima, che i televisori li fanno molto sottili al giorno d’oggi, no? Magari negli anni ’70 c’era pi spazio perch erano pi grandi i televisori, ora li fanno sempre pi sottili, difficile mettersi dentro. Ci si sta stretti, bisogna trovare il profilo migliore. Io non ho mai capito qual il mio profilo migliore. Vedremo”.
La canzone stata scritta e composta da Lucio Corsi e Tommaso Ottomano, che hanno curato anche la produzione assieme a Antonio “Cuper” Cupertino. Lucio la racconta cos: “Allora, ‘Volevo essere un duro’ nata un anno e mezzo fa pensando al disco, non con l’idea di provare a presentarla per il Festival. Questa una cosa che mi piace sottolineare perch non penso che le canzoni vadano scritte per portarle da qualche parte, vanno scritte perch si sente il bisogno di esprimere un concetto, di raccontare una storia. Questa la cosa che conta e poi ora il fatto che verr portata su quel palco mi fa ovviamente felice. Parla del fatto che spesso non si riesce a diventare ci che si sognava e anche del fatto che spesso si sogna di essere qualcosa, si spera di diventare qualcosa, che in realt non tanto meglio rispetto a ci che siamo in realt”.