Sanremo, 14 feb. (askanews) – La voce è (pressoché) la stessa, la grinta e l’energia anche. Eppure sono passati 40 anni, ma la standing ovation conferma che il pubblico ha gradito il grande ritorno della band inglese sul palco dell’Ariston.
Festival di Sanremo, terzo atto: è la serata dei Duran Duran, che fanno ballare l’Ariston a ritmo di musica anni ’80, da “Invisible” a “Notorious” fino a “Ordinary world”. Al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. “E’ un gruppo fantastico. Dovreste essere orgogliosi di avere i Måneskin in Italia”, aveva detto Simon Le Bon ieri in conferenza stampa.
Settembre vince tra le Nuove Proposte mentre Olly, Irama, Coma_Cose, Brunori Sas e Francesco Gabbani entrano nella top 5 (randomica) della terza serata.
Tornando al momento centrale della serata, al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva mancare “The wild boys”, brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80.
La terza serata del Festival ha visto protagonisti 14 big, tra cui Olly apparso un po’ stanco ha comunque ottenuto una standing ovation, Tony Effe torna “cattivo ragazzo” tutto tatuaggi e pelle nera; fanno ballare Gaia, Clara, Gaia, i Coma_Cose con il brano tormentone Cuoricini. Brunori Sas, Gabbani e Irama non sbagliano.
Ad affiancare Carlo Conti, questa sera, tre donne. “Saremo le co.co.co di Carlo…”, aveva scherzano una di loro, Miriam Leone. Insieme a lei Katia Follesa, che ha inscenato uno sketch con Simon Le Bon e un grande cartello “Sposerò Simon Le Bon”. Dopo il bacio sulle labbra con il frontman dei Duran Duran, ha coronato così il sogno di tutte le teenager dell’epoca.
Ad aprire la serata Edoardo Bennato che ha intonato “Sono solo canzonette”; premio alla carriera a Iva Zanicchi che ha intonato il medley dei tre brani con cui ha vinto il Festival: “Non pensare a me”, “Ciao cara come stai”, “Zingara”.
Al Festival arriva anche il tema della disabilità grazie alla presenza di alcuni membri del Teatro Patologico, accompagnati dal suo creatore Dario D’Ambrosi. “Diamo speranza a milioni di famiglie, perché quando sta bene un ragazzo disabile, stanno bene milioni di persone – ha spiegato D’Ambrosi -. È da qui che dobbiamo migliorare la nostra società. Perché loro sono il sale della vita, senza di loro la vita sarebbe una noia mortale”.
C’è spazio anche per il piccolo grande esperto del festival, Samuele Parodi, salito sul palco dell’Ariston dopo che aveva lanciato un appello al direttore artistico per essere invitato a Sanremo. Carlo lo ha messo alla prova con una serie dei domande e il giovanissimo ha risposto con precisione ai quiz fatti da Conti e da alcuni degli ospiti in sala; poi ha presentato il quarto concorrente in gara, Massimo Ranieri. Samuele Parodi ha 11 anni, canta recita e danza. “Ne sa più di Marino Bartoletti – ha etto scherzando Conti- ho trovato il conduttore del prossimo anno”.
Di Serena Sartini e Alessandra Velluto