“I crimini anticristiani non sono più un fenomeno marginale”: lo ha detto l’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Osce, intervenuto il 9 dicembre ad una riunione dell’organismo europeo.
Isabella Piro
Crescono in Europa l’intolleranza e le discriminazioni motivate da antisemitismo e pregiudizi religiosi: a lanciare l’allarme è monsignor Janusz Urbańczyk, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna), nel corso della 1348.ma riunione del Consiglio permanente dell’organismo, svoltasi il 9 dicembre. Il presule sottolinea, in particolare, che “i crimini anticristiani non sono più un fenomeno marginale”; pertanto, tutti gli Stati membri sono invitati ad affrontare “senza pregiudizi o selettività gerarchica” tali fenomeni contro cristiani, ebrei, musulmani e membri di altre religioni.
No ad approcci parziali
Non solo: gli ultimi dati raccolti, sottolinea il presule, indicano che “le comunità cristiane sono ampiamente vittime di crimini d’odio e di incidenti motivati da pregiudizi anti-religiosi anche negli Stati in cui esse sono in maggioranza”. Nel 2020, infatti, in Europa, sono stati segnalati 980 casi di crimini d’odio contro i cristiani, quasi il 25 per cento del totale, ovvero più di qualsiasi altro gruppo religioso e con un aumento di quasi il 70 per cento rispetto all’anno precendete. Per questo la Santa Sede auspica “la stessa attenzione per tutte le forme di intolleranza religiosa e di discriminazione”, indipendentemente dal fatto che siano dirette contro maggioranze o minoranze. In sostanza, afferma l’Osservatore permanente, bisogna escludere “qualsiasi approccio parziale o selettivo”.
In aumento attacchi contro luoghi di culto
C’è poi un altro numero in crescita ed è quello degli “attacchi terroristici, crimini d’odio e altre manifestazioni di intolleranza che prendono di mira sinagoghe, moschee, chiese, luoghi di culto, cimiteri e siti religiosi”. Di qui il richiamo del presule all’Osce affinché si elaborino linee guida specifiche per garantire “la sicurezza delle comunità cristiane, in aggiunta e sulla base di quanto già svolto” per la tutela delle comunità ebraiche e musulmane.
Preconcetti e stereotipi sulla fede
Per conto della Santa Sede monsignor Urbańczyk si dice preoccupato anche per l’intolleranza e le discriminazioni crescenti che deve affrontare “chi vuole vivere e agire secondo coscienza, ispirato dal proprio credo religioso”. In questo caso, spiega il presule, entrano in gioco “stereotipi negativi sulla fede”, secondo cui “i comportamenti di ispirazione religiosa, come la circoncisione, la macellazione rituale, l’abbigliamento religioso o l’obiezione di coscienza non dovrebbero avere spazio nella società moderna e secolarizzata”. Ma questi sono “preconcetti”, afferma l’Osservatore permanente, preconcetti che “ignorano che la religione può essere un fattore positivo e stabilizzante per le nostre democrazie”.
Tutelare libertà di religione
Per questo, conclude il presule, la Santa Sede sostiene l’impegno dell’Osce contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo, l’intolleranza e la discriminazione contro i musulmani, i cristiani e i membri di altre religioni e ribadisce che tale impegno “non può essere separato da quello in favore della libertà di religione o di credo”.