Roma, 12 nov. (askanews) – “Durante l’assedio di Sarajevo, tra il 1993 e il 1995, nel cuore della guerra in Bosnia, alcuni cittadini italiani avrebbero preso parte, come veri e propri ‘cecchini per gioco’, a spedizioni contro la popolazione civile. Secondo quanto emerso da recenti inchieste giornalistiche e da un esposto dello scrittore Ezio Gavazzeni, uomini provenienti da diverse regioni del Nord Italia avrebbero pagato somme ingenti per partecipare a questa forma di macabro “turismo di guerra”, con tariffe che aumentavano quando venivano messi nelle condizioni di colpire donne o bambini”. Lo dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Ascari, membro delle Commissioni Giustizia e Antimafia.
“La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di omicidio volontario aggravato per crudeltà e motivi abietti, pertanto ho presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri della Giustizia, dell’Interno, degli Affari Esteri, della Difesa per chiedere quali azioni siano state intraprese a seguito dell’apertura della suddetta inchiesta, se esista un coordinamento effettivo tra autorità giudiziarie italiane e bosniache, e se verranno messi a disposizione tutti i documenti eventualmente custoditi negli archivi dei servizi di informazione. Ho inoltre domandato quali misure si intendano adottare per garantire giustizia e tutela alle vittime e se l’Italia si farà promotrice, in sede internazionale, di iniziative per contrastare e prevenire nuovi episodi di “turismo di guerra”. Di fronte a fatti così gravi, l’Italia deve pretendere verità e giustizia. Se cittadini italiani hanno partecipato a un massacro di civili è nostro dovere accertarlo fino in fondo. Non possiamo permettere che l’orrore venga archiviato nel silenzio”, aggiunge.

