Il Pd dice no al terzo mandato, il voto dell’assemblea regionale campana non smuove di un millimetro la segretaria Pd Elly Schlein (“Possono votare tutte le leggi che vogliono”), ma la leader democratica in qualche modo tende anche una mano al “Pd campano” e dunque di fatto allo stesso Vincenzo De Luca. Parlando alla festa del quotidiano `Domani’, la segretaria è netta: “Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del Pd, che non supporterà i presidenti uscenti per un terzo mandato. Le regole valgono per tutti”.
La leader Pd ribadisce anche il concetto già espresso qualche giorno fa: “Se qualcuno era abituato diversamente, perché prima funzionava diversamente, è bene che si abitui al cambiamento perché io sono stata eletta esattamente per fare questo”. Poi, però, esclude “espulsioni” e arriva invece quella che sembra un’apertura. Schlein indica l’esempio di Stefano Bonaccini e Antonio Decaro: “Prima dell consenso viene il buonsenso. Bonaccini e Decaro ci hanno aiutato a costruire una nuova classe dirigente. Questa è la posizione”.
Dunque, per essere ancora più chiara, “bisogna costruire insieme ciò che offriamo alle prossime elezioni regionali. Noi lavoriamo in questa direzione, ci interessa lavorarci con il partito regionale campano e naturalmente con la coalizione. Ma noi siamo pronti a fare questa discussione e chi vuole potrà contribuire ad aiutarci”. In pratica un invito anche al governatore in carica a sedersi al tavolo che dovrà scegliere il candidato per il prossimo anno, ovviamente insieme anche al resto della coalizione.
Si vedrà se questo basterà a De Luca. Il presidente campano ieri ha offerto la propria esibizione di forza, mostrando che il Pd della regione segue lui e non le indicazioni che arrivano da Roma. Una mossa che, in effetti, può essere letta anche in chiave tattica per assicurarsi un posto al tavolo che deciderà il nome del prossimo candidato. Questo è lo scenario ovviamente preferito dal Pd, perché una corsa solitaria dello “sceriffo” rischierebbe di regalare in partenza la regione al centrodestra.
Ma la Schlein ne ha anche per gli eterni rivali Conte-Renzi e non tralascia nemmeno di inviare qualche messaggio ai tanti nel Pd che cominciano a mugugnare per una linea ritenuta troppo accondiscendente verso i 5 stelle. Primo messaggio: “Ho l’impressione che invece i dibattiti, le competizioni, le polemiche, sono cose che hanno stufato i nostri elettori, che allontanano i nostri elettori”, dice quando le viene chiesto se alla fine bisognera scegliere tra M5s e Iv. Anche perché, insiste, “se non ti allei col Pd cosa ti rimane? Allearti con la destra! Spero di no e comunque non è per noi un’ipotesi. Ti rimane di sperare di arrivare da solo al 50% più uno dei voti…”.
Secondo, la segretaria ribadisce la linea “testardamente unitaria” e sottolinea: “Se cresciamo – e come noi Avs – è anche perché non ci avete mai visto attaccarci tra di noi o presi in dibattiti politicisti”. Una considerazione che sembra rispondere ai diversi distinguo che si sono sollevati nel Pd verso M5s dopo la sconfitta in Liguria.