In questo momento storico l’IA sta mostrando un’accelerazione senza precedenti (vedasi ChatGPT). Sto usando regolarmente ChatGPT nel mio lavoro, lo considero un collega competente e disponibile. Talvolta è impreciso, ma accetta le mie osservazioni e si corregge senza innervosirsi (contrariamente a qualche collega umano). Recentemente mi ha aiutato a trovare una soluzione (un algoritmo) in una mezz’ora, senza di lui (?) avrebbe richiesto almeno mezza giornata.
Quindi nella mia esperienza ChatGPT riesce spesso a sostituire un collega umano al quale prima mi rivolgevo, spesso abusando della sua disponibilità, e distogliendolo dai suoi impegni.
Dunque ChatGPT può sostituire l’uomo? Ovviamente no, anche se per molte attività specifiche lo può fare. Ma soprattutto, siamo all’alba di una nuova genia di strumenti, che continueranno ad evolvere molto velocemente (si guardi il nuovo GPT-4), allargandone lo spazio di intervento e l’affidabilità.
Dunque ChatGPT è uno strumento che si sostituisce, e in meglio, all’uomo in molte funzioni. A prima vista è quanto successe con il telaio a vapore o la scavatrice meccanica. Sappiamo che sul termine medio-lungo la disoccupazione indotta dalla meccanizzazione del lavoro è stata riassorbita. Ma quante distorsioni ha causato a livello sociale? Quante lotte sono state necessarie per ribilanciare (in qualche misura) quelle storture? Forse due secoli, e siamo ancora lontani da una soluzione: un equilibrio equo tra capitale e lavoro.
Questa volta non dobbiamo farci trovare impreparati. Dobbiamo informarci, studiare questi nuovi strumenti avanzati di automazione del lavoro intellettuale (ma anche manuale, con i robot). Siamo di fronte a nuovi strumenti potentissimi di creazione di valore, che stanno già accelerando la polarizzazione della ricchezza, che verrà accumulata fa quanti hanno le competenze e i mezzi (Digital Lords), relegando le fasce deboli (anche, soprattutto, culturalmente) della società ai margini.
Dunque è importantissimo comprendere il fenomeno, appropriandosi delle competenze necessarie, che consentano di formare uno coscienza collettiva, attivando opportuni processi di indirizzo e regolazione di questi nuovi fenomeni. Prima che il nuovo tecno-capitalismo si consolidi al di là del punto in cui sarà molto difficile cambiare lo stato delle cose…
[Il testo è stato pubblicato su Fb]
Chi è l’autore
Michele Misha Missikoff, Ricercatore Associato Senior del CNR e docente di Innovazione Digitale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Uninettuno.