Se il Vangelo non diventa politica cessa di essere una bella notizia

Ovviamente non spetta alla Chiesa fare politica; questo compito spetta ai laici; ma nessuno può proibirle di promuovere la “Bella Notizia”, di promuovere la diffusione di una preziosa “bussola”

Predicare il Vangelo sono parole. Testimoniare il Vangelo sono fatti. Adriano Olivetti non
dimenticò mai un consiglio di suo padre Camillo: “Ricordati che la luce della verità risplende
soltanto nei fatti, non nelle parole”. Lo slogan preferito da don Sturzo era: “Res non verba”. E non faceva mai prediche politiche dall’altare; agiva nel concreto della vita testimoniando con i suoi fatti la “Bella Notizia” del Vangelo. Per lui la prima regola del buon politico è SERVIRE NON SERVIRSI.

A tal fine la ragione morale non deve mai essere calpestata dalla ragione
politica e dalla ragione economica. Se queste due ragioni la calpestano, prima o poi si rivelano prive di ragione, ossia prive di razionalità, prive di moralità e “cadono”, perché si dimostrano non ragionevoli. Questa verità non è una teoria astratta o utopistica, ma è un fatto confermato dalla Storia, che ha visto tanti Icaro salire sempre più in alto per poi precipitare. Quanti leader politici hanno creduto che la regola machiavellica del fine che giustifica i mezzi (privi di razionalità e quindi di moralità) potesse funzionare…

Il Prof. Luca Ricolfi, noto sociologo, insegna “Analisi dei dati” all’Università di Torino. Ieri
è stato intervistato da Pietro Senaldi, Direttore Responsabile di Libero, che gli ha fatto anche la seguente domanda: “Crede possibile la nascita di un movimento o partito cattolico, come auspicato dalla Cei? E cosa pensa dell’invito ai fedeli a impegnarsi in politica per contrastaresovranisti e populisti?”.

Ecco la sua risposta: “Secondo il mio modesto parere, la Chiesa farebbe meglio a occuparsi
delle anime, lasciando in pace gli elettori. Anche perché una delle fonti dei nostri guai è
precisamente l’eticizzazione dei problemi politici, ovvero l’incapacità di distinguere il piano dellescelte morali e il piano delle scelte di governo”.

Con queste parole il Prof. Ridolfi non fa una corretta analisi dei dati di fatto. Il Vangelo (la
“Bella Notizia”) e la Dottrina Sociale della Chiesa costituiscono un prezioso “patrimonio”, chesi occupa delle anime per farle stare bene innanzitutto qui e per farle stare molto meglio
nell’aldilà. Al mondo politico spetta il compito di non separare le scelte morali dalle scelte di
governo, di fare fatti seguendo la “retta ragione”, ossia agendo con razionalità. La vera fonte dei guai per i governanti e per i governati, in Italia e nel mondo, è sempre stata questa separazione. Gli ideali di giustizia sociale e di libertà responsabile non sono stati né mai saranno conseguiti con la ricetta di Machiavelli.

Ovviamente non spetta alla Chiesa fare politica; questo compito spetta ai laici; ma nessuno
può proibirle di promuovere la “Bella Notizia”, di promuovere la diffusione di una preziosa
“bussola”, che se non è seguita porta tutti fuori strada, governanti e governati. Se il popolarismo sturziano non fosse stato sconfitto prima dal fascismo e poi dallo statalismo, oggi il Bel Paese sarebbe davvero bello, perché gestito con criteri razionali. Sono passati 100 anni e noi di SERVIRE L’ITALIA ci impegniamo a riportare quella “bussola” sturziana, con le dovute integrazioni, nelle mani degli italiani. Tenendo ben separato il ruolo della
Chiesa dal ruolo dello Stato, come sempre sosteneva don Sturzo.

 

(Fonte Servire l’Italia)