Roma, 27 dic. (askanews) – Le accuse che si contestano ai diversi indagati, chiamati in causa nel blitz antieterrorismo coordinato dalla magistratura di Genova, sono di aver condiviso con Mohamed Hannoun le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, anche volte a costituire l’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché l’Associazione Benefica La Palma, al fine di proseguire l’attività di supporto finanziario ad Hamas nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario internazionale per impedire agli indagati il finanziamento di attività con finalità di terrorismo.
Inoltre di aver operato nella raccolta di fondi (dichiaratamente a fini umanitari per la popolazione palestinese) destinati in realtà in parte rilevante (più del 71 per cento) al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica.
Attribuito anche di essersi occupati della raccolta e del versamento all’organizzazione terroristica nel corso degli anni di una somma complessiva di circa 7.280.000 euro. Tali attività, si è accertato, sono state svolte a Genova e altre località in territorio italiano e estero, con permanenza ancora attuale. Altri tre indagati: Abu Rawwa Adel Ibrahim Salameh dipendente della A.B.S.P.P. ODV dal 13.10.2008, referente per il nord est d’Italia, Abu Deiah Khalil, Abdu Saleh Mohammed Ismail sono accusati di concorso esterno in Hamas. Pur non facendone parte, questi sono infatti accusati di aver finanziato l’associazione terroristica palestinese, assicurando con continuità un concreto supporto finanziario, operando anche per mezzo delle associazioni ‘La Cupola d’oro’, dell’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese – A.B.S.P.P, dell’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – organizzazione di volontariato).
Ai tre soggetti si attribuisce di avere raccolto e inviato finanziamenti ad esponenti di Hamas (in particolare ad Osama Alisawi, già Ministro del Governo di fatto di Hamas a Gaza). E di avere inviato anche mediante operazioni di triangolazione con associazioni con sede all’Estero, a varie associazioni, con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas, anche tramite bonifici bancari, somme di denaro, tra l’altro provvedendo al sostentamento dei famigliari di persone coinvolte in attentati terroristici o di detenuti per reati con finalità di terrorismo. Abu Deiah Khalil, custode della filiale di Milano della A.B.S.P.P., socio fondatore e legale rappresentante dell’associazione benefica ‘La cupola d’oro’ è accusato di aver aperto, a proprio nome, un conto alle Poste Italiane, sul quale la nuova associazione potesse operare, per proseguire l’attività di raccolta fondi, nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche.
L’uomo dovrà rispondere anche di aver contribuito, nel corso dell’anno 2023 e fino ad oggi, all’attività associativa nella raccolta a fini umanitari di fondi per la popolazione palestinese destinati in realtà in parte rilevante (più del 71 per cento) al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate, ai danni pertanto, secondo l’ipotesi accusatoria, della popolazione civile di Gaza.
Abdu Saleh Mohammed Ismail, domiciliato in Turchia, mantenendosi in contatto con Hannoun e con Abu Falastine, è accusato di aver ricevuto somme di denaro pari ad almeno 462.700 euro, in contanti o con altre modalità non specificate. Quei soldi sono stati poi trasferiti tramite il circuito bancario a Gaza ad Osama Alisawi, in tal modo contribuendo consapevolmente al finanziamento dell’organizzazione terroristica HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica. Secondo l’ipotesi accusatoria

