Roma, 12 mar. (askanews) – Pubblicata la quindicesima edizione della QS World University Rankings by Subject, la classifica che fornisce un’analisi comparativa indipendente sulle prestazioni di oltre 1700 università in 100 Paesi e territori, in 55 discipline accademiche e cinque ampie aree di studio. L’Italia si colloca al settimo posto nel mondo per numero di voci in classifica e per numero di università classificate, con 7 università Italiane tra le top 10 mondiali: La Sapienza Università di Roma mantiene la leadership mondiale negli Studi classici e di Storia antica; il Politecnico di Milano sale dal settimo al sesto posto in Arte e design e conferma il settimo posto in Architettura – Ambiente costruito; l’Università Bocconi conferma il settimo posto in Marketing e passa dal nono al decimo posto in Studi di economia e gestione; la Scuola Normale Superiore di Pisa passa dal quinto all’ottavo posto in Classici e storia antica; l’Università IUAV di Venezia è la nuova entrata nella top 10: sale di sei posizioni ed occupa il nono posto al mondo per Storia dell’Arte.
La classifica QS comprende ora 56 università italiane, per un totale di 632 piazzamenti in classifica – con un aumento netto di 55 rispetto all’edizione precedente – in 55 discipline accademiche. Tra queste classifiche, ci sono 75 nuovi piazzamenti italiani. Per quanto riguarda le performance, il 40% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile (vs 45% lo scorso anno), il 12% ha registrato un miglioramento (vs 19%), mentre il 37% ha subito un calo (vs 24%), con una flessione complessiva del 25% rispetto all’anno scorso (vs -5%).
Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 98 posizioni (una in meno rispetto alla scorsa edizione) nelle 5 grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali. Di queste, il 50% ha registrato un miglioramento, il 31% un peggioramento, il 15% sono invariate e 4 sono nuovi ingressi. La performance italiana in queste cinque classifiche è migliorata del 19%.
Tra i Paesi UE, se si considerano i piazzamenti all’interno della top 100, l’Italia occupa la terza posizione dopo Germania e Paesi Bassi. Inoltre, l’Italia è seconda solo alla Germania tra i Paesi dell’UE per il numero di inserimenti nella top 200.
A livello globale i risultati vedono le università statunitensi in testa in 32 discipline, quasi doppio del concorrente internazionale più vicino, il Regno Unito, con 18 discipline. L’Università di Harvard è l’istituzione più performante al mondo, con il primo posto in 19 discipline. Segue il MIT Massachusetts Institute of Technology, che primeggia in 12 discipline.
Singapore si distingue per essere al terzo postoper numero di piazzamenti nella top ten, con 33 voci. Questo dato colloca Singapore subito dopo il Regno Unito e gli Stati Uniti, evidenziando il suo impatto significativo sulla formazione universitaria globale, nonostante la sua piccola dimensione in termini di popolazione e numero di università classificate (6).
“La nostra più ampia classifica, che ha valutato l’eccellenza accademica di oltre 1.700 università a livello globale in 55 discipline, poggia su una base che va oltre le metriche di ricerca”, ha detto Ben Sowter, vicepresidente senior di QS: “Esse si basano sulle opinioni di 175.000 accademici e oltre 100.000 datori di lavoro intervistati in tutto il mondo. Queste classifiche non solo illuminano i fattori che determinano la qualità della formazione universitaria ma offrono anche una comprensione di come si raggiunge l’eccellenza globale. Gli investimenti mirati e sostenuti e la collaborazione internazionale sono pilastri fondamentali per il progresso. Inoltre, la promozione di relazioni più forti con l’industria è correlata a migliori prospettive di occupazione, risultati della ricerca e innovazione”.
“Questa valutazione completa delle prestazioni universitarie è particolarmente pertinente nel contesto delle sfide economiche globali e dell’instabilità geopolitica. In questi tempi, la salvaguardia e il rafforzamento della formazione universitaria e della mobilità studentesca internazionale sono imperativi in quanto motori del progresso e dell’innovazione della società. L’Italia contribuisce in modo significativo al progresso accademico e della ricerca e la classifica sottolinea la sua competitività a livello regionale e globale. Inoltre, il Paese continua a dimostrare eccellenza accademica in diverse aree, con alcune università di spicco che godono di un riconoscimento globale”, ha concluso Sowter.