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Show di Trump sull’Air Force One di ritorno dal Super Bowl

Roma, 10 feb. (askanews) – Donald Trump non si ferma. A bordo della Air Force One verso New Orleans, dove ha poi incontrato le famiglie delle vittime della strage di Capodanno e assistito al 59esimo Super Bowl, il presidente Usa ha dichiarato che questa mattina, lunedì, annuncerà quali Paesi verranno colpiti dai dazi del 25% sul commercio di acciaio e del 10% su quello di alluminio. Le nuove misure commerciali entreranno in vigore fin da subito, ha dichiarato.

Chi sarà colpito? Forse tutti: “Qualunque acciaio entri negli Usa avrà una tariffa del 25%” ha detto Trump. Il presidente aveva già imposto le stesse tariffe all’acciaio e all’alluminio in arrivo da Canada, Messico e Unione europea durante il suo primo mandato (furono revocate nel 2019 per i primi due, quelle europee restarono in vigore fino al 2021). Il Canada è il maggior esportatore di acciaio in Usa, soprattutto proveniente dall’Ontario, e il premier dell’Ontario Doug Ford ha reagito con un post social in cui accusa Trump di “spostare continuamente obbiettivi provocando il caos e mettendo a rischio la nostra economia”.

Appena entrato in carica Trump aveva annunciato dazi contro tutti gli import da Canada, Messico e Cina. Per il momento, solo i dazi sui prodotti cinesi sono in vigore. Canada e Messico, le altre due prime vittime previste, sono scese a patti acconsentendo alle richieste della Casa Bianca e hanno distribuito decine di migliaia di militari ai confini per evitare il passaggio di immigrati illegali. Tuttavia, Trump aveva ribadito che si trattava solo una pausa commerciale di 30 giorni.

Ma le parole di Trump sull’Air Force One hanno provocato il crollo delle azioni dei produttori di acciaio e di automobili della Corea del Sud, grande esportatore del metallo in Usa.

A seguire, martedì e mercoledì Trump svelerà a quali Stati verranno imposte aliquote reciproche, adeguandosi a quelle dei partner commerciali “in modo da essere trattati equamente con gli altri Paesi”.

Potrebbe essere esente il Giappone, il cui premier Shigeru Ishiba è andato venerdì alla Casa Bianca, un colloquio dopo cui Trump ha annunciato che la Nippon Steel investirà nella Us Steel ma senza takeover dell’industria in difficoltà come era stato invece previsto. Trump però si è riferimento più volte alla Nippon chiamandola “Nissan”, confondendo il gigante dell’acciaio e la produttrice di automobili.

Dopo le minacce di Trump, il presidente colombiano Gustavo Petro ha accettato i rimpatri dei suoi connazionali espulsi, quello di Panama (all’idea che gli Usa si ‘riprendessero il canale’) si è ritirato dal progetto cinese della nuova via della seta. Il governo danese, di fronte alla minaccia di un’annessione della Groenlandia, ha ribadito che la grande isola resterà della Danimarca ma ha permesso agli americani di costruirvi nuove basi militari. (Con La Voce di New York).