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martedì, Febbraio 11, 2025
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Sì al cappuccino, no alla fretta: gli italiani riscoprono la pausa.

Per molti italiani, il vero lusso è ritagliarsi una pausa autentica. Tra il desiderio di armonia nelle relazioni e la ricerca di benessere, il cappuccino diventa un simbolo di ricarica personale.

Dire “sì” o “no” sembra una scelta semplice, eppure per molti italiani queste due parole racchiudono un universo di riflessioni e conseguenze. Una recente ricerca condotta da Astraricerche per Nescafé ha rivelato che l’80,3% degli italiani riflette attentamente prima di decidere, preferendo spesso ragionare anziché seguire l’istinto (25,8%). Nonostante ciò, otto italiani su dieci si ritrovano a dire “sì” quando vorrebbero dire “no” e, per il 27,5%, questa situazione è all’ordine del giorno. Le ragioni? La necessità di mantenere buone relazioni (58,7%) e di evitare scontri all’interno di dinamiche di gruppo (47,2%).

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dire “no” sembra più complicato con le persone care (60,7%) rispetto ai superiori o agli insegnanti (31,7%). Questo dato sfida il luogo comune secondo cui ci sentiamo più liberi di esprimere il nostro dissenso con chi ci è più vicino. Nescafé ha scelto di esplorare proprio queste sfumature emotive e sociali con la campagna “Say YES to CappucciNO“, invitando a ritagliarsi momenti di pausa e riflessione, utili per capire ciò che è veramente importante.

Dire “sì” quando si vorrebbe dire “no” non sempre ha un’accezione negativa. Per un italiano su cinque (22,8%), infatti, può suscitare emozioni positive come soddisfazione e orgoglio, vedendo questa scelta come un segno di intelligenza relazionale (50,4%) o apertura mentale (46,6%) nell’accettare esperienze che, pur sembrando inizialmente sgradite, possono rivelarsi utili.

Per gli italiani, la pausa è considerata un’occasione preziosa per ricaricarsi e riscoprire se stessi. Circa il 72,1% afferma di aver bisogno di questi momenti di stacco, spesso vissuti in solitudine, che rappresentano un antidoto alla frenesia della vita quotidiana. Ben l’82,7% apprezza la “jomo” (joy of missing out, gioia di non esserci), ovvero la felicità nel concedersi un momento lontano dalle interazioni sociali o digitali. Questo fenomeno, che rappresenta una risposta al più diffuso “fomo” (fear of missing out, timore di perdersi qualcosa), è particolarmente sentito dalle generazioni più mature, che cercano un equilibrio tra la presenza nel mondo digitale e il benessere personale. Come sottolinea Patrizia Martello, esperta di culture di consumo, “La jomo sta diventando più forte della paura di disconnessione che ha caratterizzato la prima fase dell’era social. Questo spostamento di prospettiva riflette non solo l’età, ma anche una differenza generazionale.”

Le pause, quindi, diventano momenti preziosi per ricaricare le batterie e riprendere il controllo sulle proprie priorità. E tra le attività preferite durante questi momenti di stacco, il 43,1% degli italiani sceglie di concedersi una bevanda come il cappuccino, spesso gustato come piccolo premio dopo un “no” ben ponderato. Per molti, il cappuccino rappresenta non solo una coccola quotidiana, ma anche un momento di relax e appagamento personale.

“Con questa campagna abbiamo voluto indagare la complessità delle decisioni quotidiane, in cui dire ‘no’ non è sempre semplice, ma a volte necessario per preservare il proprio benessere,” spiega Diletta Golfieri, marketing manager di Nescafé. “Il cappuccino diventa simbolo di una pausa significativa, un momento in cui l’attenzione si sposta sul proprio bisogno di rilassarsi e rigenerarsi.”

Con “Say YES to CappucciNO”, Nescafé racconta quindi la pausa come un’opportunità per dire “no” a ciò che ci distrae e “sì” a ciò che ci arricchisce, stimolando ognuno a prendere decisioni che portano al cuore delle proprie priorità e, in definitiva, a una vita più autentica e appagante.

 

 

[Fonte: Askanews – 10 novembre 2024]

 

Per molti italiani, il vero lusso è ritagliarsi una pausa autentica. Tra il desiderio di armonia nelle relazioni e la ricerca di benessere, il cappuccino diventa un simbolo di ricarica personale.

 

Alessio Ditta

 

Dire “sì” o “no” sembra una scelta semplice, eppure per molti italiani queste due parole racchiudono un universo di riflessioni e conseguenze. Una recente ricerca condotta da Astraricerche per Nescafé ha rivelato che l’80,3% degli italiani riflette attentamente prima di decidere, preferendo spesso ragionare anziché seguire l’istinto (25,8%). Nonostante ciò, otto italiani su dieci si ritrovano a dire “sì” quando vorrebbero dire “no” e, per il 27,5%, questa situazione è all’ordine del giorno. Le ragioni? La necessità di mantenere buone relazioni (58,7%) e di evitare scontri all’interno di dinamiche di gruppo (47,2%).

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dire “no” sembra più complicato con le persone care (60,7%) rispetto ai superiori o agli insegnanti (31,7%). Questo dato sfida il luogo comune secondo cui ci sentiamo più liberi di esprimere il nostro dissenso con chi ci è più vicino. Nescafé ha scelto di esplorare proprio queste sfumature emotive e sociali con la campagna “Say YES to CappucciNO“, invitando a ritagliarsi momenti di pausa e riflessione, utili per capire ciò che è veramente importante.

Dire “sì” quando si vorrebbe dire “no” non sempre ha un’accezione negativa. Per un italiano su cinque (22,8%), infatti, può suscitare emozioni positive come soddisfazione e orgoglio, vedendo questa scelta come un segno di intelligenza relazionale (50,4%) o apertura mentale (46,6%) nell’accettare esperienze che, pur sembrando inizialmente sgradite, possono rivelarsi utili.

Per gli italiani, la pausa è considerata un’occasione preziosa per ricaricarsi e riscoprire se stessi. Circa il 72,1% afferma di aver bisogno di questi momenti di stacco, spesso vissuti in solitudine, che rappresentano un antidoto alla frenesia della vita quotidiana. Ben l’82,7% apprezza la “jomo” (joy of missing out, gioia di non esserci), ovvero la felicità nel concedersi un momento lontano dalle interazioni sociali o digitali. Questo fenomeno, che rappresenta una risposta al più diffuso “fomo” (fear of missing out, timore di perdersi qualcosa), è particolarmente sentito dalle generazioni più mature, che cercano un equilibrio tra la presenza nel mondo digitale e il benessere personale. Come sottolinea Patrizia Martello, esperta di culture di consumo, “La jomo sta diventando più forte della paura di disconnessione che ha caratterizzato la prima fase dell’era social. Questo spostamento di prospettiva riflette non solo l’età, ma anche una differenza generazionale.”

Le pause, quindi, diventano momenti preziosi per ricaricare le batterie e riprendere il controllo sulle proprie priorità. E tra le attività preferite durante questi momenti di stacco, il 43,1% degli italiani sceglie di concedersi una bevanda come il cappuccino, spesso gustato come piccolo premio dopo un “no” ben ponderato. Per molti, il cappuccino rappresenta non solo una coccola quotidiana, ma anche un momento di relax e appagamento personale.

“Con questa campagna abbiamo voluto indagare la complessità delle decisioni quotidiane, in cui dire ‘no’ non è sempre semplice, ma a volte necessario per preservare il proprio benessere,” spiega Diletta Golfieri, marketing manager di Nescafé. “Il cappuccino diventa simbolo di una pausa significativa, un momento in cui l’attenzione si sposta sul proprio bisogno di rilassarsi e rigenerarsi.”

Con “Say YES to CappucciNO”, Nescafé racconta quindi la pausa come un’opportunità per dire “no” a ciò che ci distrae e “sì” a ciò che ci arricchisce, stimolando ognuno a prendere decisioni che portano al cuore delle proprie priorità e, in definitiva, a una vita più autentica e appagante.

 

 

[Fonte: Askanews – 10 novembre 2024]