Fino a tarda notte si è rimasti aggrappati alle notizie provenienti dalla Palestina.
In un’intervista all’emittente americana Abc News, il portavoce dell’esercito israeliano, Peter Lerner, ha dichiarato che l’ampliamento delle operazioni di terra nella Striscia di Gaza, annunciato nel tardo pomeriggio di ieri dal generale Daniel Hagari, non segna l’avvio dell’offensiva di terra israeliana.
Tuttavia Mark Regev, consigliere politico del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato molto più drastico. “Hamas ha commesso crimini contro l’umanità e sentirà la nostra ira”. Così si è espresso in un’intervista alla CNN. “La pressione continuerà a crescere fino a quando non raggiungeremo il nostro obiettivo”, ha aggiunto.
Per contro, Ezzat al-Rishaq, membro dell’ufficio politico di Hamas, non ha esitato a comunicare su Telegram che se Israele decide di procedere con l’offensiva di terra “la resistenza è pronta”.
Da parte sua l’Arabia Saudita ha avvertito l’Amministrazione Biden che un’incursione terrestre israeliana nella Striscia di Gaza sarebbe “una calamità”. Questo è quanto riportato da New York Times, citando fonti vicine alla Casa Bianca. Del resto, parlando a un gruppo di senatori americani, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman avrebbe espresso la speranza che le operazioni terrestri possano ancora essere evitate così da garantire la stabilità della regione e salvare vite umane.
Nel frattempo, l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato la risoluzione giordana – si tenga conto che la Giordania è un caposaldo del mondo arabo moderato – in cui si chiede una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza: 120 i voti a favore, 14 i contrari e 45 gli astenuti (tra questi ultimi, purtroppo, l’Italia e la Germania). In sostanza, poiché Francia e Spagna hanno votato a favore, l’Europa si è praticamente divisa a metà.
La risoluzione chiede “un’immediata, durevole e sostenibile tregua umanitaria che porti ad una cessazione delle ostilità” nonché un “immediato, pieno, sostenibile e libero acceso umanitario” per le Nazioni Unite e le atre agenzie umanitarie.
A riguardo, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha reagito duramente affermando che “le Nazioni Unite non hanno più alcuna legittimazione né rilevanza”. Erdan ha poi accusato i Paesi che hanno votato la risoluzione giordana di preferire a Israele “la difesa del terrorismo nazista”. “Questa ridicola risoluzione – ha detto ancora l’ambasciatore – ha la sfacciataggine di chiedere una tregua. L’obiettivo di questa tregua è che Israele smetta di difendersi da Hamas, così che Hamas ci possa continuare ad attaccare”.
Molto ferma, comunque, la posizione del segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres. “Ribadisco il mio appello per un cessate il fuoco umanitario in Medio Oriente, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e la consegna di aiuti salvavita nella misura necessaria. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Questo è il momento della verità. La storia ci giudicherà tutti”.
La Casa Bianca, infine, nonostante il voto contrario al Palazzo di Vetro sulla risoluzione, ha voluto ribadire il suo impegno a sostegno della tregua umanitaria.