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mercoledì, 12 Novembre, 2025
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Sicurezza e remigrazione, Lega alza i toni per ‘dimenticare’ manovra

Milano, 12 nov. (askanews) – Sicurezza e remigrazione, “tutela” delle forze dell’ordine e stretta sui migranti, giro di vite sulla cittadinanza e attacchi all’islam “estremista”. Scottata dalle difficoltà su manovra e Ponte sullo Stretto, la Lega sceglie di puntare la sua comunicazione su questi temi. Compresa la parola d’ordine della destra estrema: remigrazione. Già a settembre, al raduno di Pontida, lo slogan aveva fatto la sua comparsa: lo avevano scandito i giovani del partito, e poi dal palco i vice segretari Silvia Sardone e Roberto Vannacci. Ora per la prima volta la parola l’ha pronunciata anche il leader Matteo Salvini: “Il termine remigrazione può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”, ha scandito il segretario leghista nel comizio del centrodestra a Bari, l’altro ieri.

Del resto, l’Autonomia è incagliata sui paletti piantati dalla Consulta; la rottamazione ‘extralarge’ delle cartelle tarpata dalla scarsità di risorse; il Ponte sullo Stretto è congelato dopo lo stop della Corte dei Conti. Alla Lega, spiegano fonti parlamentari, servono dunque nuovi “claim” per le Regionali e per la comunicazione via social, per differenziarsi dagli altri partiti della maggioranza. Ecco allora che si va sulle parole d’ordine della destra. Con una conferenza stampa in cui lo stato maggiore del Carroccio (i capigruppo Molinari e Romeo, la vice segretaria Sardone, i sottosegretari all’Interno e alla Giustizia Molteni e Ostellari) annuncia le varie misure che intende portare all’attenzione del Parlamento: 14 punti su tutela delle forze dell’ordine, stretta sulle manifestazioni, sgomberi, furti in casa e borseggi, immigrazione. Un vero e proprio pacchetto sicurezza bis, nonostante siano passati appena 5 mesi dalla conversione in legge del decreto sicurezza. E poi l’annuncio di un Osservatorio sull’islamizzazione, con l’obiettivo di “produrre un pacchetto di norme contro l’islamizzazione del nostro paese”. Infine, la Lega va all’attacco anche della legge sulla cittadinanza per “inasprire” le norme che attualmente ne regolano la concessione: sarà il responsabile Giustizia del partito, Jacopo Morrone, a presentarla alla stampa il 20 di novembre.

Una vera e propria offensiva, a conferma della collocazione del partito sulla linea scelta ormai anni addietro da Salvini, che ha portato il Carroccio a dare vita ai Patrioti, il gruppo che raccoglie l’estrema destra europea, e che caratterizza l’offerta politica leghista sull’intero territorio nazionale. Tanto che in serata arrivano anche le parole di Salvini a rafforzare il tutto: “Il problema non sono le moschee, ma tutti gli pseudo-centri culturali o ritrovi più o meno abusivi islamici nei piccoli paesi: vanno censiti e dal mio punto di vista vanno chiusi. La mia posizione è chiara: fino a che la religione islamica non sottoscriverà un impegno con la Repubblica Italiana, come hanno fatto tante altre confessioni religiose, secondo me non va concesso neanche mezzo metro quadro di spazio a nessuno”.