Roma, 14 lug. (askanews) – “E’ il torneo che ho sempre sognato e ora, essere qui con il trofeo… anche se il trofeo non c’è… è semplicemente fantastico”. Jannik Sinner ha aperto la conferenza stampa dopo la vittoria storica a Wimbledon con un sorriso orgoglioso e parole cariche di emozione; peccato che qui, a differenze degli altri Slam, il trofeo non viene posizionato sul tavolo della conferenza accanto al vincitore.
“Questo torneo lo vedevo alla tv – racconta a Supertennis – ; cosa ho provato quando mi sono inchinato? Ero molto emozionato, non ho pianto ma ero davvero molto emozionato. Solo io e chi mi è vicino sa quello che ho passato e aver trionfato nel torneo che rappresentava il sogno dei sogni fin da quando sono piccolo, e farlo davanti alla mia famiglia, è una cosa bellissima. È una sensazione impossibile da descrivere. Già arrivare negli ultimi giorni di un torneo, in particolare di uno Slam, è molto complicato… essere qui, da vincitore, è qualcosa di straordinario”. Dopo la sconfitta del Roland Garros, la quinta consecutiva con Carlos Alcaraz, questa sfida aveva un doppio significato nella testa di Jannik: “E’ stato importante per me vincere di nuovo contro di lui – racconta – quando perdi tante volte diventa complicato anche se a dire il vero mi sono sentito sempre molto vicino, a Pechino, a Roma, al Roland Garros ho sempre avuto molte occasioni. Ma la cosa positiva è che non mi sono mai buttato giù, sono sempre tornato in campo con la voglia di lavorare più duramente possibile per provare a migliorare. Ora lui farà di tutto per battermi la prossima volta e io dovrò sempre farmi trovare pronto. E non solo con Carlos, arriveranno nuovi campioni e avremo sempre un mirino puntato addosso”. “Oggi le differenze sono state minime – Jannik racconta il match – , in certi casi ho avuto un po’ di fortuna, questa volta è toccato a me, a Parigi era toccata a lui. Dal secondo set ho avuto un buon ritmo e anche sul servizio sono stato più preciso. Ci sono solo delle piccolissime differenze tra noi. La rivalità con Carlos mi dà grandi motivazioni, so che dovrò sempre farmi trovare pronto ed è bella la sensazione di poter tirare fuori la migliore versione di me stesso”. Raggiunto un obiettivo così prestigioso, quali saranno i prossimi sogni da realizzare? “La motivazione è sempre alta, gli obiettivi non mancano. Ma il principale è continuare nella ricerca del miglior Jannik. A 23 anni ancora non posso essere al 100 %, ci sono ancora tante piccole cose che fanno la differenza”. Vagnozzi ha raccontato ad aver versato qualche lacrima nello spogliatoio: “Le vittorie negli Slam sono sempre speciali – spiega Jannik – ; ci siamo emozionati con il primo, in Australia, e poi con tutti gli altri ma qui c’è la storia. E’ molto speciale perché abbiamo attraversato mesi non facili e ora avere questa coppa tra le mani lo rende davvero speciale”.
Tra Jannik e Darren Cahill c’era una scommessa: “Prima della finale gli ho detto ‘se vinco scelgo io se rimani o meno a fine stagione’ – racconta – . La stagione è ancora lunga e abbiamo tanti tornei in programma ma io ho vinto la scommessa. Ho sempre cercato una persona onesta, e non solo sul campo da tennis. E lui lo è, sia nel successo sia nelle delusioni. Se rimane comunque non girerà più così tanto, ne parleremo a fine stagione anche se io ho sempre detto che mi piacerebbe averlo ancora nel team”. Sinner e l’orgoglio di aver regalato all’Italia il primo Wimbledon della storia dello sport italiano: “Mi fa piacere, mi sento fortunato ad essere italiano. L’Italia si merita cose belle, e sono contento di far parte di questa storia”. Jannik esce dalla sala conferenze principale di Wimbledon, lo attendono un fiume di interviste tv e Iga Swiatek: “Eh, sul ballare non sono proprio il massimo diciamo che me la cavo”.