Ai tempi del Governo Illy, era il 2003, s’inventò un sistema di protezione sociale denominato “reddito di base e di cittadinanza” che aveva lo scopo di lenire le situazioni di povertà delle famigli in difficoltà. Una aziona politica meritoria, apprezzata da tutti partiti. Perché l’obiettivo era quello di garantire sostegno ai meno fortunati, economicamente parlando, dando loro una prospettiva di serenità.
Va però aggiunto che il provvedimento trovò espressione finanziaria solo nell’ultimo anno di governo e non fu attuato per l’improvvida presa di posizione estemporanea di Riccardo Illy che si dimise anzi tempo da Presidente della Regione Fvg. Con ciò, va anche ricordato che rimase al palo pure la riforma sanitaria.
Però, il provvedimento legislativo era stato varato e, quindi, si poteva utilizzarlo nel corso del 2008. Caso volle che all’elezione successiva vinse Renzo Tondo e che per ben cinque anni quella legge venne da prima cancellata e poi, non ebbe mai più spazio per essere riesumata, magari anche in altra forma.
Nella legislatura successiva la cosa la cosa riemerse con altro nome e altra veste: la Presidente di allora non voleva in alcun modo riconoscere il merito politico del Governo Illy. Questo, ad oggi, quanto accadde nel Fvg. Val la pena ancora ricordare che fummo, assieme alla Campania, la Regione che prima di altri, diedero vita a un nuovo tassello dello Stato sociale regionale.
Nel 2019 il Governo Nazionale vara il provvedimento di cui tanto si parla. A quanto si sa, ai dati odierni, gli aventi diritto non si sono, come si immaginava, precipitati all’utilizzo dell’opportunità offerta.
Val la pena, però, ricordare che tale norma è una una norma a tempo definito: un anno e mezzo circa di durata dopo di che la saracinesca verrà chiusa. Questo aspetto andrebbe illustrato in modo intenso perché non sorga la cattiva idea che quella serenità sociale raggiunta, possa essere duratura. In aggiunta, l’aiuto economico sarebbe accompagnato dall’obbligo di accettare un posto di lavoro per uscire con le proprie mani dallo stato di incertezza sociale. Qui, va riconosciuto quanto il marchingegno sia complicato e difficilmente operativo.
Comunque, chi l’ha pensato avrà fatto i suoi calcoli o ne risponderà per l’affanno che lo stesso incontrerà nella sua fase attuativa. Come ben si capisce, non faccio l’esame di quanto sia possibile tutto ciò, in quanto, almeno in questa fase, do per scontato che i legislatori e il governo abbiano fatto i calcoli con massima serietà; in cuor mio, però, ho seri dubbi che la cosa proceda linearmente ma attenderò i tempi maturi per mettere in rilievo la sfasatura, nel caso capitasse, tra intenzione e realizzazione del progetto.
Però bisogna dire che questa vicenda non è la panacea come aveva affermato il vice Presidente Luigi Di Maio perché la povertà nel nostro Paese non sarà cacciata con il varo di questa manovra; purtroppo peserà ancora notevolmente su milioni di famiglie. Resta comunque il fatto che un provvedimento di questa natura sociale è pur sempre un’attenzione meritoria e proprio per questo la mia penna non intende in alcun modo dar corso ad espressioni al curaro.