Milano, 19 giu. (askanews) – I Massive Attack sono tornati sul palco milanese e lo hanno fatto con la consueta intensità, tra musica ipnotica e visual potenti. La serata di ieri al Parco della Musica, a Segrate, ha inaugurato il festival con un live che ha trasformato il concerto in un’esperienza multisensoriale, capace di fondere musica, impegno politico e arte visiva. Robert Del Naja e Grant Marshall hanno proposto una scaletta che ha viaggiato attraverso l’intera parabola della loro carriera: dai brani più cupi e ipnotici come Angel e Inertia Creeps, fino a quelli più lirici come Teardrop e Unfinished Sympathy. La loro impronta trip-hop, nata a Bristol nei primi anni ’90, si è evoluta in una performance che va oltre la musica. Sul palco, il ritmo incalzante dei beat elettronici si è fuso con proiezioni ad alto impatto emotivo: immagini di crisi globali, conflitti e disinformazione si sono alternate a messaggi di denuncia e riflessione, in una narrazione che non ha mai abbassato il tono. Inaspettate anche alcune cover, rivisitate in chiave personale, che hanno aggiunto ulteriori sfumature alla performance. Come ogni concerto dei Massive Attack, anche questo è stato un atto di forte comunicazione: una dichiarazione artistica, politica e intellettuale contro la guerra, iregimi, la violenza, le fake news, l’impoverimento culturale e il capitalismo sfrenato. A Milano, hanno dimostrato ancora una volta che la loro musica è molto più che semplice intrattenimento.
Successo a Milano per i Massive Attack: suoni, visioni e resistenza
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