La famiglia è la famiglia, va amata e difesa sempre e comunque. Comunque stiano le cose, questo è il compito preceduto da un istinto a cui è difficile sottrarsi. Si fa schermo davanti ai ricordi che te la farebbero ripudiare e si pronunciano assoluzioni in anticipo per imbeccare il Padreterno in modo che non faccia troppo da solo, magari sviando dall’orientamento che gli hai dato malgrado il male commesso.
Non è buonismo ma egoismo; il desiderio un giorno di ritrovarsi tutti insieme, dopo la morte, ti fa sollecitare il grande giudice ad essere clemente e di non sbarrare con porte anti incendio la possibilità di un incontro.
La memoria è sempre lì a seviziarti per levarti la libertà che per tutta la vita hai desiderato, così ti porta a rovistare tra le carte di chi non c’è più per mettere ordine nel passato illudendoti di recuperare qualcosa per decenza e per affetto da non rottamare.
E’ un esercizio pericoloso. Il più è da gettare perché nessuna vita è addizionabile ad un’altra; salvi solo quello che può tornare utile o che credi possa comprimersi trovando spazio nella tua scorta di viveri per il presente.
In una lettera d’amore dei suoi cari, lesse un passaggio che cambiò il corso della sua vita. Non si dovrebbe mai mettere le mani in ciò che ormai è andato. Ne aveva avuto il sentore fin dalla infanzia, mancava però la certezza di una idea che respingeva a definire, intuendo la tragicità che ne sarebbe derivata.
Per un canto avrebbe dovuto tanto più amarli, per una finzione che avevano portato avanti con avvedutezza per tutta la vita senza tradirsi.
Tra le righe di passaggi d’amore, l’ammissione di suo padre per una fede che non aveva mai sentito, qualche volta forse praticato per convenzione solo per non far dispiacere in famiglia. Non credeva alla esistenza di Dio ed a tutte quelle storie sulla resurrezione, i miracoli, il Paradiso e la Madonna. Aveva messo in chiaro le cose per non generare incomprensioni per il prosieguo.
In uno scritto di risposta, quella che sarebbe diventata sua moglie rispondeva per le rime dicendo che anche su quello erano in piena sintonia. Con la prudenza di una donna, disse che sarebbe stato bene, in caso avessero avuto figli, lasciar loro comunque una porta aperta. Al peggio o al meglio, un po’di catechismo e qualche Messa non avrebbe prodotto frutto alcuno.
Per tanti anni nella sua famiglia la vita dello spirito era stata condotta appena sopra la sufficienza. A Pasqua e Natale, le celebrazioni di rito e poco di più, tutto in assenza di una parola a favore di Cristo o di una sua negazione. Era un tema su cui mai si ragionava. Del resto, se veramente fosse esistito, non c’era urgenza di contattarlo. Immobile e perenne nel cielo dove era insediato, non c’era rischio che scappasse via.
Stentò a tenere in mano quel foglio che improvvisamente acquistò un peso insostenibile, le parole si fecero di piombo e la sua mente non riusciva ad evitare che precipitassero a terra e con esse anche il suo cuore.
C’era assai poco da fare ricorrendo ad interpretazioni benevole, appellandosi ad un pensiero poi smentito dai fatti. Le cose erano state per tutti gli anni della vita dei suoi genitori esattamente per come le aveva lette.
Aveva avuto solo il torto di non comprenderle a volo fin da principio e di aver abboccato ad una fede che in quella casa si muoveva da sbandata, peggio fosse in un labirinto.