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giovedì, 18 Dicembre, 2025
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Tajani: forti dubbi sulla base giuridica per l’uso degli asset russi

Bruxelles, 18 dic. (askanews) – Il Consiglio europeo che si tiene oggi e venerdì 19 dicembre a Bruxelles dovrà fare la scelta giusta riguardo alle diverse opzioni sul tavolo per il prestito Ue a sostegno dell’Ucraina per i prossimi due anni; l’Italia è assolutamente a favore del sostegno a Kiev, ma ha “forti dubbi” sulla solidità della base giuridica dell’unica proposta che la Commissione considera percorribile, quella del prestito basato sugli asset congelati russi, e considera che bisogna evitare una scelta sbagliata in questo senso, che portasse a un ricorso russo con una vittoria di Putin. E’ quanto ha detto in estrema sintesi, a Bruxelles, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando alla stampa al suo arrivo al pre-vertice del Ppe in vista del Consiglio europeo.

Il ministro ha anche affermato di non avere “alcun dubbio” sul fatto che il decreto del governo per il sostengo dell’Italia all’Ucraina in campo militare sarà approvato entro la fine dell’anno, anche se è ancora in corso la discussione tra le forze della maggioranza.

“Il principio politico – ha osservato Tajani – è quello di aiutare l’Ucraina anche da un punto di vista finanziario. Bisogna vedere qual è lo strumento idoneo a raggiungere l’obiettivo. Ci sono più ipotesi sul campo: quella degli asset congelati poteva essere un’ipotesi, però – ha obiettato – bisogna vedere qual è la base giuridica. Noi abbiamo forti dubbi sulla base giuridica, perché qualora non fosse abbastanza solida e ci fosse un ricorso della Russia che portasse a dover restituire le somme erogate, sarebbe un problema, oltre a dare una vittoria a Putin, cosa che noi dobbiamo scongiurare. Per questo, bisogna lavorare e studiare, anche durante il Consiglio, qual è la soluzione migliore, fermo restando che bisogna aiutare l’Ucraina”.

A una domanda sulla discutibile gestione della vicenda da parte della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha privilegiato la scelta del prestito basato sugli asset russi congelati, nonostante i fortissimi dubbi di diversi Stati membri (tra cui l’Italia e il Belgio), e sostanzialmente ignorato le altre opzioni, come il prestito Ue basato su emissioni di debito comune, Tajani ha risposto: “Il problema è trovare la giusta soluzione. Sono mesi che si discute. Noi abbiamo sempre manifestato le nostre perplessità sulla base giuridica, non sul principio politico che la Russia debba risarcire l’Ucraina. Però le cose vanno fatte bene e soprattutto – ha insistito il ministro – non dovrebbero esserci appigli giuridici che possano poi far ottenere un risultato positivo alla Russia. Quindi andiamo avanti per individuare la migliore soluzione possibile”.

“Ci sono parecchie posizioni, è chiaro che su un tema del genere ci sono opinioni differenti, valutazioni positive e negative. Noi abbiamo manifestato dei dubbi, bisogna vedere durante il Consiglio quale migliore soluzione si possa trovare. Noi diciamo: non commettiamo errori, solo questo”, ha affermato ancora Tajani. A chi chiedeva se pensi che al Consiglio europeo si arriverà a una decisione su questo punto, oppure no, come dice il premier ungherese Viktor Orbßn, il ministro ha replicato: “Io credo che si debba arrivare a una scelta per finanziare l’Ucraina, poi bisogna vedere qual è lo strumento migliore da usare per finanziare l’Ucraina, su questo mi pare che ci sia direi generale: non possiamo lasciare Kiev da sola in questo momento in cui si procede verso una trattativa che mi auguro possa portare a un cessate il fuoco”.

“Quindi, ora dobbiamo aiutarla dal punto di vista finanziario; l’Italia – ha ribadito Tajani – è pronta a farlo; abbiamo soltanto manifestato delle riserve sulla base giuridica della possibilità di utilizzare i beni russi congelati; questo non significa che noi non vogliamo aiutare l’Ucraina dal punto di vista finanziario”. Ma “se non c’è la base giuridica, bisogna trovare un altro strumento. Il problema – ha ripetuto – non è se aiutare oppure no l’Ucraina, noi vogliamo aiutare l’Ucraina, siamo dalla parte dell’Ucraina, ma dobbiamo fare in modo che la scelta non sia una scelta che poi possa tornare a vantaggio di Putin. Perché se non c’è la base giuridica e poi bisogna restituire i soldi, e Putin vince una causa, non è che possiamo fare un regalo a Putin”.

A un giornalista che ricordava le parole del presidente russo, che ha definito i leader dell’Ue dei “maialini da latte”, il ministro ha riposto: “E’ un linguaggio un po’ da caserma: i ‘maialini’ sono leader eletti democraticamente dai popoli. L’Europa è continente dove ci sono delle democrazie, ogni leader è eletto da cittadini, bisogna rispettare la volontà popolare; la dobbiamo rispettare noi ma la devono rispettare anche gli altri. Non ci sono maialini, sono soltanto leader eletti. Si può più o meno essere d’accordo, Putin ha le sue posizioni, ma non c’è nessuno – ha sottolineato – che scodinzola dietro nessuno”.

Quanto al decreto italiano per la proroga di un anno del sostegno a Kiev, che è stato rinviato, alla fine dell’anno, Tajani ha confermato: “Lo sosterremo, adesso si discuterà per vedere quale sarà il contenuto, ma che ci sia un decreto io non ho alcun dubbio; ne parleremo nell’ambito del governo”.

E alla domanda se si tratterà di un sostegno militare, ha puntualizzato: “Noi non abbiamo mai parlato di presenza di militari lì, ma di sostegno con strumenti militari. Io credo che in questa fase si possa continuare a sostenere dal punto di vista militare l’Ucraina. Non siamo dei guerrafondai, non manderemo soldati italiani in Ucraina, non siamo in guerra con la Russia, questo lo abbiamo sempre detto. Non abbiamo mai autorizzato l’uso di armi italiane in Russia: questa è una scelta di un Stato che aiuta l’Ucraina. Questo è buon senso, moderazione, per risolvere anche qualche dibattito che c’è” all’interno della maggioranza di governo, perché, ha ricordato, “siamo tre forze politiche diverse. Vedremo – ha concluso Tajani – come si potrà risolvere” questa vicenda.