Napoli, 15 nov. (askanews) – “Non c’entra niente la corruzione, bene hanno fatto le autorità ucraine a far dimettere i due ministri corrotti, noi aiutiamo un popolo che non può essere considerato corrotto perché ci sono dei delinquenti e degli imbroglioni, i corrotti ci stanno purtroppo in tutto il mondo”. Così il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, rispondendo a Napoli a una domanda sugli episodi di corruzione in Ucraina.
“Proprio ieri a Roma si è svolta questa importante manifestazione dedicata alla lotta alla corruzione internazionale, voluta dal mio Ministero che abbiamo organizzato insieme ai ministri della Giustizia e dell’Interno, con la presenza anche di autorità messicane, quindi figuriamoci, noi siamo in prima fila – ha ribadito il titolare della Farnesina – Siamo pronti anche a fornire tutto il nostro saper fare, sia magistratura sia Guardia di finanza, per combattere la corruzione”. Tajani ha poi concluso: “Abbiamo fatto molto di questo lavoro con la guardia di finanza in Albania e lo stiamo facendo anche in Montenegro, quindi l’Italia è pronta e farà la sua parte, ma questo non significa che non si debba continuare ad aiutare l’Ucraina perché ci stanno due corrotti, condivido il pensiero del ministro Crosetto”.
Una presa di posizione che allinea il vicepremier forzista a l ministro di Fdi Crosetto, che da Berlino aveva respinto le obiezioni dell’altro vicepremier Salvini e del suo partito sull’invio di armi all’Ucraina sostenendo che “condannare” l’Ucraina per i casi di corruzione equivarrebbe a “condannare” la Sicilia per la presenza della mafia.
Frattura nella maggioranza? Ecco cosa è successo. Dopo la visita saltata di Guido Crosetto negli Stati Uniti, per ragioni ancora non chiarite ma che potrebbero avere a che fare con i malumori leghisti, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha frenato sulle armi all’Ucraina tirando in campo l’inchiesta sulla corruzione che ha scosso Kiev.
“Mi sembra che stiano emergendo gli scandali legati alla corruzione, poi coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con quei soldi dei lavoratori, dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione”, aveva detto ieri il leader del Carroccio rispondendo ai giornalisti in merito alla richiesta Usa di acquisto di armi per Kiev. Linea poi rilanciata da tutta la Lega che chiedeva chiarezza prima di qualsiasi decisione sull’acquisto e invio di armi all’Ucraina.
Tranchant era stata la replica del ministro della Difesa Crosetto: “Capisco le preoccupazioni di Matteo Salvini ma io non giudico un paese per due corrotti esattamente come gli americani e gli inglesi sbarcati in Sicilia non hanno giudicato l’Italia per la presenza della mafia ma sono venuti ad aiutare gli altri italiani, quelli onesti”. Il ministro che, al termine della Riunione dei ministri della Difesa in formato E5 (Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Polonia), ieri a Berlino, ha ribadito che “l’Europa e l’Occidente sono al fianco dell’Ucraina”, ha inoltre riferito di aver parlato con il ministro della Difesa ucraino dello scandalo, “dicendo – ha aggiunto Crosetto – che la corruzione andava combattuta anche perché poteva essere utilizzata dalla controinformazione russa per dare una lettura sbagliata che avrebbe avuto un effetto nelle piazze occidentali. L’arresto in sé dimostra che l’Ucraina ha gli anticorpi per combatterla”.
Il governo ucraino è stato investito dall’inchiesta “Midas”, avviata dalle agenzie anticorruzione ucraine NABU e SAPO. Le indagini coinvolgono figure di primo piano vicine al presidente Volodymyr Zelensky, tra cui l’ex ministro della Difesa Rustem Umerov. La prima ministra ucraina Yulia Svyrydenko ha annunciato la sospensione del ministro della Giustizia German Galushchenko, sospettato di essere implicato nello scandalo delle tangenti che sta scuotendo il settore energetico del Paese. I detective hanno arrestato 5 persone, mentre 7 membri dell’organizzazione sono stati formalmente informati del sospetto a loro carico, tra cui: un imprenditore, capo dell’organizzazione criminale (Timur Mindich,ndr); un ex consigliere del ministro dell’Energia (Ihor Mironyuk,ndr); il Direttore Esecutivo per la Protezione Fisica e la Sicurezza della JSC ‘NAEK Energoatom’ (Dmytro Basov,ndr); quattro individui – ‘dipendenti’ dell’ufficio di back office responsabile della legalizzazione dei fondi”.

