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Tennis, l’Italia ha vinto la sua terza Coppa Davis

Milano, 23 nov. (askanews) – L’Italia ha vinto la sua terza Coppa Davis di fila, battendo in finale la Spagna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini nel primo match, Flavio Cobolli batte Jaume Munar in tre set con il punteggio 1-6, 7-6 e 7-5.

L’Italia è di nuovo sul tetto del mondo del tennis. Per il terzo anno consecutivo – un’impresa mai vista da quando è stato abolito il Challenger Round – gli azzurri conquistano la Coppa Davis, superando la Spagna 2-0 in una finale vibrante, intensa, destinata a restare negli annali. Prima Matteo Berrettini, poi Flavio Cobolli: due firme diverse, una sola anima, quella della squadra di Filippo Volandri che continua a riscrivere la storia.

Il pomeriggio di gloria si apre con la solidità di Matteo Berrettini, perfetto nel domare Pablo Carreño Busta. Una partita sempre nelle mani dell’azzurro, giocata con potenza, lucidità e la consueta monumentalità nei momenti chiave. Il suo punto porta subito l’Italia sull’1-0, creando il clima ideale per il match più atteso.

Poi tocca a Flavio Cobolli, protagonista di una partita epica contro Jaume Munar, un duello durato più di tre ore che sembra la sceneggiatura perfetta di una rimonta memorabile. Il romano parte malissimo – perde il primo set 6-1, soffre, sbaglia, non trova ritmo. Ma non molla mai. Entra nel match punto dopo punto, sale di livello nel secondo set, ribalta inerzia e convinzioni: lottando come un veterano, si prende il tiebreak dopo un parziale da batticuore, con sei set point annullati dallo spagnolo.

Il terzo set è un braccio di ferro feroce: game tenuti a 15, scambi durissimi, un equilibrio che non si spezza. Finché, nell’11° game, arriva il momento simbolo dell’intera Davis: Cobolli strappa il servizio a Munar, approfitta di tre errori consecutivi dello spagnolo e poi colpisce con un dritto fulminante sull’ennesimo scambio ad alta tensione. È il break della vita.

Al cambio di campo, il pubblico di Bologna è una bolgia. Flavio serve per la storia: non trema, non indietreggia, non sbaglia. Chiude. L’Italia vola. È la quarta Coppa Davis, la terza consecutiva, un dominio assoluto che vale un’era.

E mentre gli azzurri abbracciano Volandri, il palazzetto è un’unica voce: questa squadra non è più una sorpresa. È una dinastia.