Roma, 27 dic. (askanews) – Mohammad Hannoun ed alcuni suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni operano, per mezzo delle associazioni di riferimento, nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica. E’ questa la principale accusa che è al centro dell’inchiesta della magistratura di Genova e degli investigato della Polizia di Stato e della Guardia di finanza.
E’ contestata, in particolare, la costituzione di una cellula estera del movimento, sulla base degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini, non può ritenersi il risultato di una iniziativa personale di coloro che hanno dato vita all’associazione solidaristica italiana nei primi anni ’90, ma, piuttosto, la realizzazione di un progetto strategico dell’organizzazione madre Hamas, che si è dotata di una struttura complessa, e dunque anche di cellule operanti all’estero, in grado di contribuire agli scopi propri del movimento.
L’indagine di Genova – si aggiunge – è iniziata dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, grazie ad impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Gli accertamenti sono partiti da una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette individuate in data antecedente al 7 ottobre 2023, riguardanti alcuni degli indagati e l’associazione di Hannoun. I controlli hanno riguardato condotte attive di appartenenza e finanziamento ad Hamas risalenti anche a prima del 7 ottobre 2023.
Sono quindi seguiti – si sottolinea – approfondimenti investigativi dei dati informativi tratti dalle citate segnalazioni per operazioni finanziarie sospette; attività di intercettazione di comunicazioni telefoniche e tra presenti; monitoraggi di flussi di denaro destinati al finanziamento; monitoraggio e acquisizione, tramite operazioni sotto copertura autorizzate, di documenti e messaggi presenti nel server in dotazione presso la sede di Genova dell’A.B.S.P.P.; documentazione trasmessa ufficialmente dallo Stato di Israele nel contesto della cooperazione giudiziaria, in risposta ad alcune richieste di assistenza giudiziaria formulate dalla Dda di Genova.
Grazie anche agli atti trasmessi da parte delle autorità israeliane è stato possibile accertare che Hamas si è dotata di un comparto estero e di articolazioni periferiche che operano con lo specifico scopo di promuovere l’immagine dell’organizzazione e, soprattutto, di contribuire al suo finanziamento, che è condizione essenziale perché essa possa esistere, svilupparsi e cercare di raggiungere i propri scopi.
L’associazione A.B.S.P.P. può ritenersi una di tali articolazioni operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione “madre”. L’indagine ha rivelato che le donazioni provenienti da A.B.S.P.P. sono state destinate ad associazioni sotto il controllo diretto Hamas. Come Merciful Hands Society; Wa’ed dei prigionieri e dei prigionieri liberati; Al nour; Al weaam; Assalama charitable society; Rowad, pionieri dello sviluppo comunitario; Dar al Yatim; Palestinian orphans home; Islamic society; Al Rahma/mercy association for children; Jenin Charitable (Zakat) committee; Tulkarem charitable (Zakat) committee; Qalqilya charitable (Zakat) committee; Nablus charitable (Zakat) committee; Ramallah Zakat committee; Islamic charitable society in Hebron; Orphan care society in Bethlehem; Al Islah; Humanitarian relief association.
Alcune di esse – come Merciful hands society; Wa’ed dei prigionieri e dei prigionieri liberati; Al nour, Al weaam, Assalama charitable society, sono accusate di operare sotto il controllo diretto dell’ala militare di Hamas. Insomma – si sottolinea – “non si è trattato di elargizioni aventi unicamente scopo caritatevole e umanitario”.
Secondo la tesi accusatoria, in base agli indizi raccolti in anni di indagine, gli indagati si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa (trattasi delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese) in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose.
Il collegamento diretto tra le istituzioni civili e la strategia terroristica di Hamas risulta, del resto, consolidato, come dimostrato anche dalle dichiarazioni rese da Khaled Meshal, già capo dell’Ufficio Politico di Hamas che ha affermato: “Gaza chiede il vostro aiuto: aiuti, denaro, qualunque cosa abbiate; chiunque possa fare una donazione, sappia che questo è il momento della verità. Questa è la Jihad con il denaro, ed è come la jihad di chi sacrifica la propria vita. Fai una donazione per Gaza, la sua resistenza e i suoi eroi. Questo è il momento in cui la nazione islamica deve unirsi alla battaglia”.

