Torino riscopre la sua storia con la mostra “I mondi di Riccardo Gualino collezionista e imprenditore”, che fino al 3 novembre riunisce a Palazzo Reale ben 300 pezzi della collezione originaria: le due porzioni principali, ancora di proprietà di Banca d’Italia e della Galleria Sabauda (che nel tempo ha ricercato e acquisito alcuni dei pezzi dispersi), nonché opere ulteriori provenienti da raccolte italiane pubbliche e private.

Nelle 18 Sale Chiablese sfilano dipinti, sculture, arredi e foto d’epoca che insieme restituiscono l’universo di Gualino: il suo gusto di collezionista, gli ambienti cosmopoliti frequentati insieme alla moglie Cesarina Gurgo Salice, compagna di avventura nel mondo dell’arte, le atmosfere degli anni Venti, la parabola del fascismo, la guerra e il miracolo italiano. Fin dall’inizio i destini della raccolta si intrecciano con le vicende imprenditoriali. Ai successi della Snia Viscosa, per esempio, corrispondono acquisizioni prestigiose tra cui Venere di Botticelli, Venere e Marte di Paolo Veronese, la Négresse di Manet, il Paesaggio campestre di Claude Monet.

Sono di questo periodo i ritratti di Felice Casorati per la famiglia Gualino, che ha aperto la propria casa ai pittori dei Sei di Torino intraprendendo ufficialmente il primo progetto di mecenatismo.

Grazie ad approfondite ricerche, l’allestimento della mostra riprende da vicino quello originario nei vari domicili dell’industriale – il castello di Cereseto Monferrato, la palazzina torinese di via Galiari, l’ufficio di Corso Vittorio Emanuele – proponendo in molti casi gli stessi accostamenti tra le opere.