Firenze, 14 mar. (askanews) – Tracey Emin un’artista che ha fatto del racconto senza filtri della propria vita una cifra stilistica, una vera e propria pratica, in qualche modo. Questa narrazione esplicita e non indulgente l’ha resa una star nel sistema dell’arte, ma non per questo sembra averne fatto un personaggio omologato. Palazzo Strozzi a Firenze le dedica ora la prima grande mostra in un’istituzione italiana, che non una retrospettiva ci tiene a precisare il direttore del museo Arturo Galansino, ma che comunque ruota, fin dal titolo, intorno a due dei grandi temi della sua ricerca: “Sex and Solitude”, il sesso e la solitudine.
“Quando ero pi giovane – ha spiegato Emin – il sesso era veramente importante: mi svegliava la mattina, mi faceva pensare, mi scatenava e innescava la mia vita. Ma ora che sono pi vecchia la solitudine, la solitudine mentale che diventa lo spazio per la creazione, a essere diventata una delle cose pi importanti per me”.
In mostra grandi dipinti e sculture che hanno dento tutta l’intensit del corpo, dei suoi fluidi, della sua primordialit. Ma hanno anche uno sguardo artistico che allontana il morboso, che espone questi corpi, spesso frammentari e isolati, a un occhio che li vede in tutti i loro aspetti, comprese le profonde fragilit. Accanto ai corpi, poi, e qui la mostra si fa ancora pi interessante, ci sono le parole, i testi che compaiono nei quadri e nelle installazioni al neon. Messaggi che sono spesso forti, a volte disperatamente intimi e commoventi, come nel caso della piccola tela che trasforma la parola “hurt” ossia fare del male in “heart”, cuore. E il messaggio che Tracey Emin vuole lanciare da Firenze anche un messaggio pi universale, che guarda al mestiere e al ruolo degli artisti nel nostro complesso presente.
“L’arte – ha aggiunto – non mai stata importante come oggi: quando gli uomini delle caverne disegnavano nelle loro grotte smettevano di uccidersi l’un l’altro. Se capiamo che come esseri umani possiamo creare qualcosa di bellissimo, che ha elementi spirituali, che ci parla di amore e ci parla del nostro essere fisico ed emotivo, allora probabilmente potremmo smettere di attaccarci e combatterci. semplice”.
Il racconto che Tracey Emin fa di se stessa molto diretto, la sua vita la sua arte. Ma chiaro che la forza dei suoi lavori, che negli spazi non facili di Palazzo Strozzi risuona con intensit, soprattutto nelle sale pi raccolte, deriva anche dal fatto che sono comunque opere d’arte e non sono solo “vita”. Qui c’ l’importanza di Emin, la sua rilevanza: nella capacit di essere realmente “vera” e al tempo stesso un’artista di valore, che conosce i propri strumenti e li usa per creare lavori difficili da dimenticare.