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giovedì, Febbraio 27, 2025
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Trump vuol dividere Cina e Russia? Pechino: non ci riuscirà

Roma, 27 feb. (askanews) – Uno degli evidenti obiettivi strategici dell’amministrazione Trump nella competizione globale tra potenze, cioè infilare un cuneo nel rapporto tra Russia e Cina che si è stretto durante l’amministrazione Biden, è diventato oggi un elemento aperto di polemica, dopo che il segretario di Stato Marco Rubio ha candidamente fatto capire che Washington non vuole che Pechino e Mosca siano allineate. Gli ha immediatamente risposto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jiang, che ha detto che i tentativi di seminare zizzania tra i due paesi sono “destinati a fallire”.

La questione si è posta dopo che, martedì, Rubio ha parlato in un’intervista al network populista di destra Breitbart News, chiarendo che la struttura di relazioni che vede oggi la Russia come “partner minore” della Cina sarebbe un problema per gli Stati uniti, che si troverebbero “due potenze nucleare allineate” sul fronte opposto al suo. “Non so se riusciremo mai a separarli completamente”, ha detto ancora Rubio, che vede i russi “sempre più dipendenti dai cinesi”.

Questa visione per quale il presidente Donald Trump avrebbe come obiettivo quello di dividere Russia e Cina è molto diffusa tra gli analisti di politica internazionale ed è corroborata anche dall’approccio che Trump ha avuto con il presidente russo Vladimir Putin e il suo sforzo per porre termine alla guerra in Ucraina. Un’operazione, quella di inserirsi tra Mosca e Pechino, che ebbe successo nel 1972, quando Richard Nixon mise in campo un disgelo che minò le relazioni tra la Repubblica popolare cinese e l’Unione sovietica.

Rubio, in realtà, ha anche detto che non sarebbe positivo avere “Cina e Russia in contrasto” tra loro, visto che si tratta di due potenze nucleari.

In effetti la geografia dei due imperi ha messo storicamente spesso in contrasto Russia e Cina, in competizione per il controllo dell’Asia centrale e del vago e lungo confine che che le divide. L’ultimo conflitto armato tra i due giganti è avvenuto nel 1969, quando Unione sovietica e Cina combatterono una guerra (non formalmente dichiarata) per questioni di confine, con circa un migliaio di morti tra tutte e due le parti. Il conflitto fu per il controllo, in particolare, di una piccola isola nel fiume Ussuri, che divide Russia e Cina. L’isola Zhenbao, Damansky per i russi, alla fine – in base all’accordo territoriale del 1991, restò ai cinesi.

Anche oggi, per quanto sotto la cenere della sintonia geopolitica di questi ultimi anni tra Pechino e Mosca, in realtà cova la brace di una competizione per il controllo dell’Asia centrale, fondamentale per i progetti di riapertura delle Vie della Seta per i cinesi, con la possibilità di un collegamento per i ricchi mercati europei, ma anche per le importanti risorse energetiche dell’area. Negli ultimi anni, Pechino ha fortemente aumentato la sua influenza nella regione – per esempio, diventando il primo mercato di export per il gas del Turkmenistan – nonostante il tradizionale grip della Russia su questi paesi che facevano parte integrante dell’Unione sovietica durante la Guerra fredda.

Elementi, insomma, su cui far leva per spezzare la relazione sino-russa, volendo, ce ne sarebbero. Questo spiega, in parte, anche l’irritazione con cui Pechino ha risposto alle osservazioni di Rubio. Lin Jian, nella quotidiana conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle affermazioni del capo della diplomazia Usa, ha detto che “le strategie di sviluppo e le politiche estere di Cina e Russia sono molto lungimiranti e le relazioni sino-russe progrediranno serenamente, indipendentemente dai cambiamenti globali”. Pertanto, ha continuato, “è del tutto inutile per gli Stati uniti cercare di seminare discordia nelle relazioni sino-russe”.

La Cina, su questo fronte, è certamente molto attenta a tutto ciò che si muove negli scenari internazionali. In particolare, il disgelo promosso da Trump tra Usa e Russia è stato osservato con una certa attenzione. Non a caso, Putin ha sentito il bisogno di chiedere un appuntamento telefonico col presidente cinese Xi Jinping per rassicurarlo che – a quanto ha scritto l’agenzia di stampa statale Xinhua – Russia e CIna sono “buoni vicini” e “veri amici”.