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venerdì, 24 Ottobre, 2025
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Tutti i dubbi dei Paesi Ue (anche dell’Italia) sull’utilizzo degli asset russi per sostenere l’Ucraina

Bruxelles, 23 ott. (askanews) – Sull’utilizzo degli asset russi, congelati per finanziare la resistenza Ucraina, tutti gli Stati membri dell’Ue, Italia compresa, hanno dubbi e “domande”. Per questo nella discussione di questa mattina al Consiglio europeo non si è arrivati a una conclusione e la discussione sarà ripresa dopo la cena di lavoro, coinvolgendo anche la presidente della Bce Christine Lagarde. Molti leader, tra cui Giorgia Meloni, hanno infatti chiesto il parere della Banca centrale europea su una soluzione complessa e non senza rischi. Che però sembra essere, al momento, una strada quasi obbligata: “Non c’è un piano B, non ci sono alternative” per continuare a sostenere Kiev, spiegano fonti italiane.

Il Belgio, come ormai fa da tempo, continua a chiedere la garanzia della “mutualizzazione integrale dei rischi”. E’ proprio questo Paese, infatti, che custodisce, con la finanziaria Euroclear, il 90% degli asset russi congelati, per una cifra di 180-185 miliardi. I restanti sono divisi, in parti molto più piccole, tra Svizzera, Regno Unito, Francia, Germania, Usa, Giappone. Il primo ministro belga Bart De Weaver teme che in caso di contenziosi il suo Paese si troverebbe a dover ripagare questa cifra monstre, visto anche che esiste ed è in vigore un accordo bilaterale russo-belga di protezione degli investimenti (che rende possibile un arbitrato internazionale) e che ci sono già, per questo, cause pendenti su Euroclear, che ha a sua volta asset in Russia – in misura molto minore, circa un decimo – che potrebbero essere “ostaggio” in una battaglia legale. Peraltro la garanzia che chiede il Belgio dovrebbe essere estesa anche nel tempo, ben oltre i 2-3 anni che dovrebbero servire per l’erogazione dei finanziamenti all’Ucraina. Un quadro che allarma un po’ tutti i Paesi.

“Non era previsto che ci fosse una decisione oggi – spiegano le fonti italiane – ma ci si aspetta un segnale del Consiglio per proseguire l’approfondimento, affidato alla Commissione, per arrivare a una decisione, verosimilmente, al summit di dicembre”. Il ‘mandato’ del Consiglio alla Commissione, che secondo fonti europee dovrebbe essere infine approvato oggi, potrebbe però essere molto generico o – come preferirebbe il Belgio – indicando già i ‘paletti’ tra cui muoversi. “Nessuno ha detto di no, tutti vogliono capire. Noi, come molti altri, abbiamo chiesto di avere il parere della Bce, siamo interessati a sapere cosa ne pensa perché c’è il rischio reputazionale se equivalesse a una confisca”, spiegano ancora le fonti.

Poi si tratterà di valutare – ma a dicembre – un testo vero e proprio. Meloni, parlando ieri al Senato, aveva indicato le richieste italiane: per l’utilizzo dei beni congelati occorre “rispettare il diritto internazionale e il principio di legalità; tutelare la stabilità finanziaria e monetaria delle nostre economie e dell’area euro; garantire la sostenibilità di ogni passo che dovesse essere intrapreso”.