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martedì, 9 Settembre, 2025
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Tv, l’11 settembre il docufilm "The Oratorio" con Martin Scorsese

Roma, 9 set. (askanews) – Il documentario “The Oratorio” con Martin Scorsese arriva in esclusiva l’11 settembre (alle 21.30) su History Channel e su NOW e racconta una storia poco conosciuta ma cruciale per la cultura di New York: l’esecuzione di un oratorio nel 1826 nella Basilica di San Patrizio (oggi Old St. Pat’s, a Nolita), che segnò l’arrivo dell’opera italiana nella città.

Rimasto nel dimenticatoio per quasi due secoli, il programma dell’oratorio è stato riscoperto nell’ambito del progetto “Un ponte di musica” tra Italia e Stati Uniti, ideato da Claudio Orazi e Francesco Zimei, il quale ha poi ricostruito la partitura. L’esecuzione è avvenuta con l’Orchestra e il coro del Teatro Lirico di Cagliari, di cui Orazi è stato sovrintendente, sotto la direzione del maestro Donato Renzetti e con la partecipazione di solisti internazionali.

L’iniziativa non solo ha restituito vita a un capitolo dimenticato della storia culturale della città, ma ha permesso di raccogliere fondi per il restauro dell’organo storico della chiesa. Il progetto “Un ponte di musica” è proseguito con la partecipazione a New York dell’Opera Carlo Felice di Genova e si svilupperà fino al 2030.

Scorsese, nato e cresciuto in Elizabeth Street, a pochi passi dalla Basilica, ha un legame profondo con quel luogo. Alcune scene dei suoi film come “Mean Streets” e “Il Padrino” sono state girate lì. Nel documentario, il regista ripercorre i ricordi della sua infanzia, quando la musica – da quella sacra a quella popolare – riempiva i cortili, le finestre e i juke box del quartiere.

Il cuore del documentario ruota attorno alla figura di Lorenzo Da Ponte, celebre librettista di Mozart e personaggio dal destino avventuroso. Nato a Venezia in una famiglia ebraica, si convertì al cattolicesimo e divenne sacerdote, ma la sua vita anticonformista e l’amicizia con Casanova lo portarono all’esilio per condotta scandalosa. Rifugiatosi a Vienna, conobbe Mozart e scrisse per lui alcune delle opere più celebri della storia dell’opera, tra cui “Le nozze di Figaro”, “Così fan tutte” e “Don Giovanni”. Dopo nuovi problemi e altri esili, si trasferì negli Stati Uniti, dove, grazie alla sua cultura e alla sua tenacia, divenne il primo professore di letteratura italiana alla Columbia University. Profondamente legato alle sue radici artistiche, fu instancabile promotore della cultura italiana e vide nella Basilica di San Patrizio di New York il luogo ideale per organizzare nel 1826 il grande oratorio che avrebbe portato l’opera italiana nel cuore della città.

Al suo fianco, una stella nascente: Maria Malibran, giovane cantante lirica dalla voce straordinaria, considerata la prima diva dell’opera. Il pubblico, oltre 2.300 persone, ne fu stregato. L’esibizione lasciò un segno profondo nella città: da quel momento, sempre più ragazze vollero studiare musica e canto. Quel concerto fu un evento fondativo per New York, che da lì in avanti si avviò a diventare un centro culturale moderno, vibrante e aperto alla musica europea. Come dice Scorsese: “La musica dà un’anima all’universo e vita a ogni cosa.