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mercoledì, 14 Maggio, 2025
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Ucraina, i colloqui di Istanbul e la risposta di Putin che si fa attendere

Roma, 13 mag. (askanews) – Vladimir Putin sarà giovedì a Istanbul per i colloqui diretti Russia-Ucraina da lui proposti, ma che al momento non prevedono la sua presenza? La domanda resta senza risposta a due giorni dall’incontro tra delegazioni russa e ucraina sul Bosforo. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere aperto a partecipare al possibile vertice tra Russia e Ucraina previsto per giovedì a Istanbul. La sua presenza, ha spiegato, dipenderà da quella del presidente russo Vladimir Putin, che al momento non ha confermato la partecipazione.

“Potrei fare una deviazione verso Istanbul se pensassi che può aiutare”, ha detto Trump, lasciando intendere che la sua agenda potrebbe cambiare rispetto al tour mediorientale avviato oggi in Arabia Saudita e che deve continuare con mirati Arabi e Qatar. La possibilità della sua presenza è stata accolta con favore da Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato che sarà presente in Turchia giovedì e ha espresso il desiderio che anche Trump prenda parte al vertice. Tuttavia, ha precisato che non incontrerà altri rappresentanti russi: “Solo Putin può decidere se fermare la guerra”, ha affermato il suo consigliere Mykhaylo Podolyak.

L’unico a non essersi espresso è proprio Putin. Il vertice era stato proposto dallo stesso presidente russo come risposta a un ultimatum europeo che lega il cessate il fuoco all’eventuale imposizione di nuove sanzioni contro Mosca. Il Cremlino ha dichiarato che una decisione sulla sua partecipazione verrà comunicata “a tempo debito”, mentre fonti mediatiche hanno rivelato che a Istanbul ci saranno il ministro degli Esteri russo Sergey come capo-delegazione e anche l’assistente diplomatico presidenziale Yuri Ushakov. A mettere pressione su Putin è arrivata anche una dichiarazione congiunta russo-brasiliana, pur senza entrare direttamente nella questione della partecipazione del presidente russo.

“Cina e Brasile accolgono con favore la proposta del presidente Putin del 10 maggio di avviare colloqui di pace, nonché le dichiarazioni positive del presidente [ucraino] [Volodymyr] Zelensky”, cita la dichiarazione, secondo la televisione di Stato cinese CCTV. Cina e Brasile “esprimono la speranza che Russia e Ucraina avviino un dialogo diretto, unico modo per porre fine al conflitto” e ritengono inoltre che “un trattato di pace duraturo richieda di trovare una soluzione alla crisi ucraina basata sulle sue cause profonde”.

La questione mette Putin in una posizione molto delicata: incontrare Zelensky significherebbe legittimare il leader ucraino dopo aver ripetutamente detto che il suo mandato è scaduto e per Mosca non ha più giuridicamente il potere presidenziale. Non andare, scatenerebbe le accuse da parte occidentale di avere proposto i negoziati per poi affossarli sul nascere. Anche il fronte interno russo è agitato, spaccato tra gli ‘oltranzisti’ della guerra che traducono un eventuale incontro Putin-Zelensky come un eccessivo cedimento alle richieste ucraine e il ‘partito della pace’ che vuole la fine del conflitto e soprattutto non vuole perdere la sponda Usa verso un accordo.

A questi ultimi è parso lanciare un messaggio oggi dichiarando che “non bisogna avere paura” di possibili nuove sanzioni. “Chi comincia ad aver paura perde tutto immediatamente. Ma è indispensabile capire cosa potrebbe accadere. E dobbiamo essere pronti a qualsiasi azione da parte dei nostri possibili futuri avversari”, ha detto Putin durante un incontro con i membri di “Delovaya Rossiya”.