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venerdì, 21 Novembre, 2025
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Ucraina, piano Trump divide sia maggioranza che opposizione

Roma, 21 nov. (askanews) – Il piano Trump per l’Ucraina divide sia la maggioranza che l’opposizione, come ormai accade regolarmente entrambi gli schieramenti faticano a trovare una posizione comune sui grandi temi di politica estera. La bozza del presidente Usa riporta in superficie le diverse linee presenti sia nel centrodestra che nel centrosinistra, con posizioni che vanno dall’approvazione di Giuseppe Conte e Matteo Salvini alle barricate di Paolo Gentiloni e Carlo Calenda, mentre Giorgia Meloni e Elly Schlein si attestano su una linea di cautela.

La premier sceglie una linea che tenga insieme il sostegno a Kiev assicurato in questi anni e il buon rapporto con la Casa Bianca: fonti di palazzo Chigi riferiscono di un colloquio con il cancelliere tedesco Friedrich Merz durante il quale si sarebbe parlato di “sostenere gli sforzi negoziali in corso e ribadito l’obiettivo finale del raggiungimento di una pace giusta e duratura”. Il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani si spinge anche un po’ oltre e dice che la “resa” di Kiev va scongiurata: “Stiamo lavorando perché l’Ucraina possa essere tutelata e che l’accordo non significhi una resa. Credo che la pace debba essere giusta”. Di pace giusta e duratura parla anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani prevedendo però che a “questa pace si arriverà con un prezzo da pagare da parte dell’Ucraina che sarà un prezzo amaro da digerire. Fare la pace può essere più difficle e doloroso che fare la guerra”. Il piano Trump, aggiunge, “è molto migliorabile” deve coinvolgere Kiev e l’Ue ma “la soluzione non sarà indolore”. Intanto però il sostegno dell’Italia sarà confermato sia “col cuore che con il portafoglio”, cioè con le armi.

Matteo Salvini però insiste nella sua linea. Da giorni il leader della Lega chiede di mettere fine all’invio di aiuti militari e oggi afferma che prima di mandare altre forniture “aspettiamo di vedere se la pace a cui sta lavorando Trump arriverà in porto”. E, aggiunge, “se Trump che sta antipatico a tanti sarà riuscito a porre fine alla guerra tra Israele e Hamas e fra Russia e Ucraina sarà un bene per tutti”.

Non solo: se Tajani rivendica un ruolo per l’Ue, in serata Salvini fa diffondere una nota alla Lega per dire che “ci auguriamo che nessuno, in particolare a Bruxelles, Parigi e Berlino, intralci i negoziati per assurde pulsioni belliciste”. Perché, aggiunge il comunicato, “è doveroso incoraggiare il dialogo tra Trump, Zelensky e Putin confidando si arrivi a una mediazione che ponga fine alla guerra. Il presidente americano merita fiducia, anche alla luce del risultato ottenuto in Medio Oriente”.

Toni simili a quelli di Conte, che scarta rispetto alla linea del Pd e della stessa Avs: “E’ evidente la forte determinazione di Trump a porre fine a questo conflitto russo-ucraino? C’è da chiedersi: hanno altrettanta forte determinazione i governanti europei?”. Un plauso a Trump che non si ritrova nelle parole della Schlein: “E’ fondamentale che Ucraina e Ue siedano in questo negoziato, che non può essere lasciato alle telefonate tra Trump e Putin, e che l’Ue intraprenda una forte azione politica e diplomatica”, perché “tutti vogliamo la pace” ma “non si può negoziare una pace giusta senza che a quel tavolo sieda il Paese che ha subito un’invasione criminale. E che accanto all’Ucraina sieda anche l’Unione europea”.

L’ex premier Paolo Gentiloni, poi, è molto più drastico: “Questo piano è una cosa incredibile, è scritto in inglese ma sembra fatto dai russi, onestamente”. E Pina Picierno aggiunge: “Conte riesce nell’impresa di fare propaganda per Putin mentre strizza l’occhio al sovranismo mercantilista di Trump. Nel campo progressista non ci può essere spazio per un trumpismo camuffato da pacifismo, né per chi continua a parlare lingua di Putin”. E il piano Trump è “una resa” anche per Riccardo Magi (Più Europa), mentre Carlo Calenda annuncia la partecipazione alla manifestazione per l’Ucraina di domenica.