15 C
Roma
lunedì, Marzo 10, 2025
HomeAskanewsUe, no della Germania a eurobond per spese in difesa dei Paesi

Ue, no della Germania a eurobond per spese in difesa dei Paesi

Roma, 10 mar. (askanews) – No in generale dal governo della Germania a eurobond e ancor più nello specifico a titoli comuni per finanziare spese militari dei singoli Paesi, sì invece a più flessibilità sulle regole di Bilancio degli Stati per aumentare le loro spese in armamenti e difesa. Questa la posizione illustrata dal ministro delle Finanze tedesco, Joerg Kukies, al suo arrivo all’Eurogruppo.

“Siamo piuttosto scettici sugli eurobond di per sé – ha detto – se sono semplicemente per aumentare il debito e distribuire (i fondi raccolti-ndr) ai Paesi. Quello su cui la Germania è molto aperta è che ogni volta che vi siano veri progetti europei sulla difesa si può pensare al finanziamento comune. Abbiamo una cooperazione molto stretta sul supporto all’Ucraina, per esempio, e abbiamo preso decisioni di aiuto europeo sia a livello umanitario sia a livello militare. Ovviamente questo è stato finanziato con il bilancio comunitario, in coordinamento col G7 utilizzando i proventi degli asset congelati alla Russia”.

“Siamo molto a sostegno della brigata che la Germania sta fornendo nei Paesi baltici. Dovunque ci sia un progetto a livello europeo supportiamo anche finanziamenti europei, ma quello su cui non siamo convinti – ha proseguito Kukies – è quello di semplicemente di emettere debito Ue e distribuirlo tra 27 centrali di spesa che sono divise da loro, specialmente sul settore della difesa”.

“La Commissione Ue ha fatto proposte per usare le clausole nazionali di sospensione” del Patto di stabilità e di crescita “per finanziare sforzi maggiori dei Paesi e su questo siamo molto costruttivi, il cancelliere (Olaf Scholz) lo ha detto”.

Sull’ipotesi di (ri)modificare le regole Ue sui conti “dovremmo vedere specifiche (proposte) per dare risposte”. Ma in generale “una cosa che dovremmo anche mostrare al mondo è che l’Europa è tornata non solo in termini di creare margini per la spesa in difesa, ma anche per intervenire sulla sua mancanza di competitività, che è l’altra faccia della medaglia”. (fonte immagine: European Union).