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Ue-Ucraina, Tajani: non fidarsi di Putin? Io sono pragmatico

Bruxelles, 17 mar. (askanews) – “Io sono molto pragmatico. Fidarsi o non fidarsi, non è questo il tema; il tema è si fa un accordo oppure no: se si fa un accordo, quell’accordo poi deve essere rispettato, non è una questione di simpatia o antipatia, fiducia o non fiducia; bisogna fare degli accordi, dobbiamo arrivare alla pace, una pace che deve essere giusta, e l’Italia sta lavorando per questo”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, oggi a Bruxelles, dopo la riunione del Consiglio Esteri dell’Ue, che ha avuto al centro la questione ucraina. Il ministro rispondeva a un giornalista che aveva ricordato il giudizio dell’Alta Rappresentante per la Politica estera Ue, Kaja Kallas, secondo cui “di Putin non ci si può fidare”, per negoziare un pace giusta per l’Ucraina.

Come Italia, ha continuato Tajani, “sosteniamo, l’abbiamo detto e scritto anche nel documento del G7, le iniziative che devono portare alla pace. L’Europa dovrà sedersi al tavolo delle trattative, noi lavoriamo per l’unità dell’Occidente. Quando sarà finita la guerra – ha aggiunto -, io mi auguro che si possa costruire un rapporto positivo con tutti”.

“Noi – ha ricordato il ministro – non siamo mai stati in guerra con la Russia. L’Italia non ha mai autorizzato l’uso di armi italiane fuori dai confini ucraini, proprio perché un conto è difendere il diritto all’indipendenza ucraina, un conto è essere in guerra con la Russia: sono due cose completamente differenti. Noi – ha insistito – non siamo mai stati e non siamo in guerra con la Federazione russa”.

“Detto questo – ha continuato Tajani -, sappiamo bene che la Federazione russa ha aggredito l’Ucraina, e che l’Ucraina è stata aggredita dalla Federazione russa. Questo non cambia. Per quello noi abbiamo sempre difeso l’Ucraina, continuiamo a difenderla, l’abbiamo ribadito tutti quanti insieme al G7, continuiamo a dirlo: noi stiamo dalla parte dell’Ucraina”.

“Ma una volta finita la guerra, io mi auguro che anche nel mondo possano esserci rapporti differenti. La pace – ha sottolineato il ministro – significa pace. Non è che continua la guerra quando finisce la guerra. Lavoriamo per quello. Quindi avremo, mi auguro, rapporti positivi con tutti, una volta finita la guerra”. (Quanto al nuovo piano di sostegno militare all’Ucraina da 20-40 miliardi di euro per il 2025, proposto dell’Alta Rappresentante, durante il Consiglio Esteri “é emerso che c’è chi è contrario, e noi vogliamo avere approfondimenti. E soprattutto – ha avvertito Tajani – non bisogna prendere decisioni prima che si sappia cosa accadrà. 50 miliardi non sono pochi, noi siamo già chiamati a investire per la Nato, dove dobbiamo raggiungere il livello del 2% del Pil”.

“Poi – ha proseguito il ministro – c’è il piano per la sicurezza della Commissione europea, altri 50 miliardi: sono una cifra consistente, dobbiamo valutare attentamente come spendere questi fondi. Per quello ho detto che serve un approfondimento, una valutazione e serve aspettare che ci sia una novità per quanto riguarda le trattative. C’è questo colloquio tra Trump e Putin, bisogna capire cosa accadrà; perché se si arriva al cessate il fuoco e poi ad una tregua, le cose cambiano”.

“Quindi aspettiamo, abbiamo ascoltato, abbiamo valutato, però, ripeto le spese sono tante: abbiamo già inviato diversi strumenti militari all’Ucraina, abbiamo aiutato in tutti i modi, anche da un punto di vista finanziario, abbiamo fatto interventi importanti. Di questi 50 miliardi l’Italia dovrebbe spendere 5 miliardi, che non sono pochi. Io sono sempre molto prudente. Occorre vedere cosa bisogna fare. Per questo è bene sempre approfondire. Prima di dare una risposta bisogna vedere cosa accadrà e studiare attentamente come vengono spesi i soldi europei”.

Alla domanda se si tratterà allora di 40 miliardi di euro, come ha annunciato Kallas, o di 50 miliardi, Tajani ha replicato: “Non è ben chiaro, ma 40 o 50, cambia poco: sono sempre 4 o 5 miliardi che l’Italia deve mettere. Quindi occorre capire bene per fare cosa, per utilizzarli come. Siamo chiamati a fare tante cose per la sicurezza, sia dell’Ucraina che dell’Europa”.

E poi “l’Ucraina è un paese candidato a diventare parte dell’Unione europea, quindi saranno anche investimenti che faremo per garantire la sicurezza complessiva, ivi compresa dell’Ucraina stessa. Quindi, vediamo, bisogna coordinare le iniziative. C’è quella della presidente della Commissione europea che noi abbiamo approvato, adesso c’è questa proposta dell’Alta Rappresentante, la valutiamo, la valuteremo. Ma prima di dire sì, ripeto, bisogna approfondire molto”, ha concluso il ministro.