Un forte appello alla fratellanza e alla pace

Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti sulla visita del Pontefice

Articolo già apparso sulle pagine dell’Osservatore Romano

«Qualche giorno fa, due simboli mondiali hanno compiuto una visita storica negli Emirati Arabi Uniti, dove il Papa ha incontrato ad Abu Dhabi il Grande imam, sceicco di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib». Con queste parole lo sceicco Abdallah Ben Zayed Al Nahyan, ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, ha iniziato il suo intervento nel corso del summit mondiale dei governi, svoltosi a Dubai dal 10 al 12 febbraio.

Al Nahyan ha parlato di un «evento storico», chiamato «Incontro della fratellanza umana», con il quale «le relazioni tra le religioni sono entrate in una nuova fase storica». Poi ha aggiunto: «Sappiamo tutti che l’imam Al Tayyib e Papa Francesco sono uomini di pace di grande rilievo, ma chi di noi avrebbe potuto immaginare che due simboli di questa portata avrebbero superato tutti gli ostacoli per siglare un documento di riconciliazione, in un mondo segnato da contrapposizioni politiche, dall’incitamento all’odio, alla violenza e all’estremismo?».

Il capo della diplomazia emiratina ha ricordato che «il percorso di pace tra il Papa e il Grande imam era stato avviato anni fa, grazie a incontri formali, segnati da alcune riserve. E col passare degli anni si sono seduti intorno allo stesso tavolo come fratelli e amici per dire al mondo che la pace è difficile ma non impossibile». Ha poi aggiunto che «alcuni si possono domandare quali siano le motivazioni dietro questa insistenza sull’idea della fratellanza umana. La risposta è una sola parola: la pace!».

«Quando ripassiamo la storia — ha proseguito Al Nahyan — vediamo che le persone che fanno le guerre appartengono spesso a due categorie: i politici e i leader religiosi. Pertanto se vogliamo raggiungere la pace questi devono assumere le loro responsabilità storiche, devono avere il coraggio e la sincerità necessari per porre fine ai conflitti. Non si possono fermare del tutto le guerre ma è possibile limitarle notevolmente quando le persone si siedono intorno allo stesso tavolo e quando sono spinte da una sincera intenzione di ravvicinare le persone».

Il ministro degli Esteri degli Emirati ha ribadito poi che «le religioni non esistono per incitare le persone all’odio e alla violenza, ma sono state strumentalizzate per giustificare l’estremismo e il terrorismo. Le religioni sono state sfigurate lungo la storia e non solo nel mondo odierno. Pertanto l’incontro tra lo sceicco di Al-Azhar e il Papa ha acquisito una grande importanza, anche per la firma del Documento sulla fratellanza umana – Dichiarazione di Abu Dhabi, che è considerato un documento di riconciliazione storica, caratterizzato da coraggio e sincerità, per dare all’umanità la speranza che la pace è possibile e la convivenza è possibile».

Nel suo intervento al summit mondiale dei governi a Dubai, Al Nahyan ha letto un paragrafo del documento in questione: «La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano».

«Queste parole, quando vengono pronunciate da due simboli religiosi del calibro del Papa e del Grande imam, ci danno forza» ha poi detto il ministro emiratino, aggiungendo: «Danno forza a noi che lavoriamo nel mondo della politica, dell’istruzione, dell’informazione, e di altri settori influenti nella vita delle persone, affinché possiamo essere seri e coraggiosi nella lotta all’estremismo nelle sue molteplici forme ed espressioni, senza temere chi cerca di distorcere i testi religiosi per convincere la gente che la violenza è un precetto religioso e che la discriminazione nei confronti di altre fedi fa parte di una legge celeste».

«Questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà»: questo è uno dei paragrafi del documento firmato dal Santo Padre e dal Grande imam che dimostra, secondo il ministro, che il concetto della pace non è una esclusiva dei fedeli ma include l’umanità intera. Lo sceicco poi prosegue elencando varie iniziative degli Emirati Arabi che rispecchiano l’impegno per i princìpi del Documento sulla fratellanza umana. Parla fra l’altro della istituzione, decisa dal principe ereditario di Abu Dhabi, del «Fondo internazionale Zayed per la convivenza» che mira a sostenere i princìpi del documento con una serie di progetti e iniziative a livello internazionale che saranno presto lanciati.

L’attività del Fondo riguarderà diversi settori come l’educazione, lo sviluppo sociale, i progressi culturali e di conoscenza, sviluppando programmi formativi che promuovono i valori della fratellanza umana, oltre a fornire borse di studio per incoraggiare delle ricerche sui princìpi del documento, e anche corsi di formazione per gli insegnanti. Il Fondo dovrebbe fornire anche aiuti finanziari a iniziative e progetti in tutto il mondo che contribuiscono a risolvere i conflitti o ad alleviare le tensioni nella società e promuovono il rifiuto dell’estremismo e dell’odio. Il progetto avrà una significativa attività informativa ed editoriale multilingue con un interesse particolare a sostenere i giovani nelle loro iniziative per promuovere la cultura di tolleranza e fratellanza ovunque nel mondo.

Un modo per ringraziare per l’onore di essere stati scelti come luogo per l’incontro e la firma del Documento sulla fratellanza umana, prosegue il ministro, è stata la dichiarazione da parte degli Emirati Arabi Uniti del pieno sostegno a tutto ciò che tale documento include, con l’adozione dei suoi princìpi di civiltà che dal prossimo anno accademico faranno parte dei programmi scolastici e universitari nel paese. Il capo della diplomazia emiratina ha quindi ricordato nel suo intervento anche il premio per la Fratellanza umana già assegnato al Santo Padre e al Grande imam.

Non è mancato nel discorso del ministro un altro momento significativo del viaggio apostolico di Papa Francesco, la messa da lui celebrata nello Zayed Sports City, che ha visto la partecipazione «di più di 180 mila fedeli cattolici. Ci ha resi lieti — ha detto — vedere come hanno accolto Sua Santità con gioia e felicità». Si tratta di un messaggio — ha proseguito — rivolto dagli Emirati Arabi Uniti a quanti vivono sulla sua terra.

Nella parte conclusiva del suo intervento, Al Nahyan ha parlato dell’interesse del suo paese per le iniziative religiose in questa epoca caratterizzata dalla scienza e dalla tecnologia, interesse nato dalla convinzione che la religione è un fondamento essenziale dell’animo umano. È «fonte di rammarico» invece, prosegue il ministro, la presenza in alcune società di sentimenti religiosi deviati che prendono il sopravvento sulla ragione e la tolleranza «causando la nascita di gruppi violenti, estremisti e terroristici». Da qui l’importanza di non trascurare il ruolo dei leader religiosi, dice il ministro, che aggiunge: «Nessuno è autorizzato a chiedere alle persone di abbandonare la propria fede che è un diritto donato da Dio Altissimo agli uomini».

Criticando con forza l’idea della contrapposizione fra fede e scienza, il ministro ha concluso la sua riflessione affermando che il Grande imam Ahmed Al Tayyib e Papa Francesco saranno ricordati «per avere contributo al cambiamento del corso della storia e aver avvicinato con coraggio e saggezza i fedeli di diverse religioni, per il loro impegno sincero e forte nell’applicare il principio della fratellanza umana e nel diffondere la pace e l’amore fra gli esseri umani».