20.5 C
Roma
domenica, 27 Luglio, 2025
Home GiornaleUn Ministero della Pace? Riflettiamo sulle parole di Paolo VI

Un Ministero della Pace? Riflettiamo sulle parole di Paolo VI

Sotto il velo delle buone intenzioni, la pace può diventare un inganno. Serve una cultura della sicurezza sovranazionale. Cambio di cultura? Don Fabio Rosini ricorda che “la prima  [vocazione dell’uomo]  è vivere, e essere felici”.

Dellai e gli equivoci della pace

È chiaro che Lorenzo Dellai ha ragione a ritornare non genericamente sul tema della pace, ma sugli insidiosi equivoci della pace.

Sul numero di luglio-agosto di Studi Cattolici, Giuseppe Sangiorgi scrive benissimo che la pace va d’accordo con la sicurezza.

Mentre da una parte occorrerebbe un Politecnico Europeo della Difesa (Ghidini e Salleo, Corriere della Sera, 21 febbraio 2022), dall’altra – nota appunto Sangiorgi – “quello che manca è invece una cultura della sicurezza sovranazionale” (corso di laurea sulla sicurezza, Ferdinando Salleo).

Chi si sentirebbe davvero sicuro se, dopo aver chiamato il 112, gli agenti arrivassero con le pistole a schizzo?

Montini e la verità della pace

Per la Giornata della Pace del 1968 (la prima), Paolo VI scriveva:

“…Gli Organismi internazionali, istituiti a questo scopo, devono essere sostenuti da tutti, meglio conosciuti, dotati di autorità e di mezzi, idonei alla loro grande missione…

Un’avvertenza sarà da ricordare. La pace non può essere basata su una falsa retorica di parole, bene accette perché rispondenti alle profonde e genuine aspirazioni degli uomini, ma che possono anche servire, ed hanno purtroppo a volte servito, a nascondere il vuoto di vero spirito e di reali intenzioni di pace…

È dunque alla pace vera, alla pace giusta ed equilibrata, nel riconoscimento sincero dei diritti della persona umana e dell’indipendenza delle singole Nazioni che Noi invitiamo gli uomini saggi e forti a dedicare questa “Giornata”…

Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti ed universali valori della vita: la verità, la giustizia, la libertà, l’amore…

Occorre educare il mondo ad amare la pace, a costruirla, a difenderla; … contro le insidie di un pacifismo tattico, che narcotizza l’avversario da abbattere, o disarma negli spiriti il senso della giustizia, del dovere e del sacrificio, occorre suscitare negli uomini del nostro tempo e delle generazioni venture il senso e l’amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore (cfr. Giovanni XXIII, Pacem in terris)”.

 

Felicità, non solo assenza di guerra

Ecco, dunque, che nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (La pace dipende anche da te), Papa Montini sposta la questione sul piano personale: alla pace non basta l’assenza di guerre, ma ha bisogno di funzionare anche sul piano della felicità.

Nel suo Melanconia e fine del mondo (2025), Paolo Godani osserva:

“Il tratto fondamentale di questa forma di melanconia [quella del XX secolo] è di essere strettamente connessa al sentimento di una completa perdita di senso del mondo.”

Non ci sono solo le fake news, dunque, da cui difendersi, ma anche la percezione che tutto sia effimero, e che non ci sia più nulla da fare.

La prima vocazione è vivere

Don Fabio Rosini ci ricorda che ogni persona ha due vocazioni. La seconda è quella che ci definisce nel fare qualcosa: il fabbro, il prete, il medico, la consacrata…Ma “la prima è vivere, e essere felici”.

Probabilmente, se cominciassimo da un Ministero per la Felicità – personale e sociale – faremmo il pieno. E conseguentemente arriverebbe anche la pace: la gente…non vuole le guerre o non vuole più essere triste?