Nel 2018 con Giuseppe Gargani, Follini, Mastella, Tarolli, Tassone, Gemelli, Marinacci,Mario Mauro e altri organizzammo il comitato dei Popolari per il NO, con il quale abbiamo concorso alla vittoria referendaria contro il tentativo di “deforma costituzionale” del trio Renzi-Boschi-Verdini.
Nei giorni scorsi ho proposto a Gargani e agli amici della Federazione Popolare DC di attivare il Comitato dei Popolari per l’attuazione degli articoli 48 e 49 della Costituzione che, dalla fine della Prima Repubblica, sono sostanzialmente disattesi.
Sono due articoli fondamentali per la vita democratica del Paese che, da una parte, assiste al prevalere della finanza sull’economia reale e sulla politica, al tempo della globalizzazione e del rovesciamento del NOMA ( Non Overlapping Magisteria), come lucidamente esposto dal prof Zamagni nei suoi diversi interventi accademici ( vedi la nota del 12 Giugno 2018 sul testo della Congregazione per la dottrina della Fede:” Oeconomicae et Pecuniarae Quaestiones”) e, dall’altra, alla nascita di partiti e movimenti etero guidati e/o leaderistici senza alcuna “democrazia interna” come costituzionalmente richiesto dall’art.49.
Sul tema contro il sistema elettorale maggioritario e a favore del proporzionale sono in questi giorni intervenuti lo stesso Gargani con un articolo su Il Dubbio del 26 Marzo 2021 e all’indomani Raffaele Bonanni su Il Domani d’Italia. Proporzionalista da sempre, come lo fummo tutti noi della sinistra sociale DC di Forze Nuove insieme a Bodrato, Bianco e pochi altri, al tempo dell’infausto referendum di Mario Segni, concausa finale della scomparsa politica della DC, ho più volte esposto le ragioni storico politiche a favore di questa scelta.
La nostra storia unitaria nazionale per come si è svolta in parallelo con lo sviluppo del capitalismo nostrano, concentrato nel tempo e nello spazio, ha assunto caratteri e modi molto più simili a quella della Germania e indiscutibilmente diversi da quella della Francia e dell’Inghilterra, Paesi dalle più antiche e consolidate tradizioni di uno stato centrale forte. Cavour da una parte e Bismarck dall’altra, seppero compiere autentici miracoli politico istituzionali guidando i processi di formazione unitaria dei rispettivi Paesi. Una delle ragioni per cui anche sul piano istituzionale l’Italia dovrebbe guardare molto di più al sistema di uno stato federale come la Germania che non a quello centralistico di Francia o Inghilterra, non a caso sostenuti da leggi elettorali di tipo maggioritario, seppur in un Paese presidenzialista come quello d’Oltralpe e repubblicano parlamentare come il Regno unito.
Non bastassero queste ragioni d’ordine storico politico, è dall’applicazione corretta dell’art 48 della nostra Costituzione che dovremmo partire a sostegno di una legge elettorale proporzionale. L’art 48 afferma: “ il voto è personale ed uguale, libero e segreto”. Personale vuol dire che il voto dovrà essere sempre dato personalmente e non potrà mai essere delegato. Uguale, è una qualificazione che esclude qualsiasi tipo di legge “maggioritaria” sia nel testo che negli effetti politici sui numeri assegnati in Parlamento ai partiti con premi di maggioranza. Libero è una qualifica che obbliga a impedire qualsiasi condizionalità sia morale che fisica sui votanti e quindi anche con i Capilista, i listini bloccati, le pluri-candidature che hanno effetti distorsivi sui candidati assegnati in Parlamento. Si entra in Parlamento, dunque, solo se sei stato votato dal popolo votante e non per scelta delle segreterie dei Partiti. Segreto, infine, significa che deve essere sempre garantita la segretezza del voto sia quando si vota sia nello spoglio dei risultati elettorali.
Molte di queste norme tassative del dettato costituzionale sono state disattese in questa lunga stagione della Demodissea post DC. E’ tempo che ci si mobiliti per chiedere una legge elettorale rispondente a queste prescrizioni, una legge che non potrà che essere di tipo proporzionale che da sempre indico come simile a quella tedesca, con uno sbarramento opportuno, ma tale da non impedire la rappresentanza delle diverse culture e aggregazioni di interessi sociali ed economici presenti in Italia, e l’introduzione della sfiducia costruttiva a garanzia della continuità degli esecutivi e per rendere più difficile l’oltraggiosa transumanza cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni. Analoga iniziativa politica dovremo assumere tutti noi Popolari, sia di estrazione cattolico democratica che cristiano sociale, a difesa e per la completa attuazione dell’art 49 (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”) affinché si possa concorrere “con metodo democratico” e non per volontà di un dominus proprietario o di un gruppo di potere esterno incontrollato e incontrollabile, come sta avvenendo in alcune delle formazioni partitiche che da più o meno lungo tempo sono sulla scena politica italiana. Una battaglia autentica per la democrazia e la libertà.