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martedì, Febbraio 25, 2025
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Una Dc bonsai e gregaria della destra rinnega il centro

Collocandosi a destra, il partito guidato da Totò Cuffaro compie una scelta incompatibile con la pretesa di rappresentarsi come erede degli ideali e dei valori della storica Democrazia Cristiana.

Il contesto della Festa dellAmicizia
In questi giorni si svolge la Festa dell’Amicizia, organizzata dalla nuova Dc siciliana, con un’importante tavola rotonda che riunisce esponenti di spicco delle forze politiche di centrodestra. Tra i partecipanti figurano protagonisti di vari partiti post-democristiani che, durante il ventennio berlusconiano, hanno rappresentato una significativa fetta dell’area moderata e liberale nel Paese.

Gli ospiti e il tema del confronto
Il tema del dibattito, “Quale centro per l’Italia?”, è senz’altro accattivante, e la discussione sarà affidata a vari esponenti, tra cui Totò Cuffaro (Segretario Nazionale Dc), Claudio Durigon (Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Maurizio Lupi (Noi Moderati), Lorenzo Cesa (Segretario Nazionale UDc), Mara Carfagna (Centro Popolare), Clemente Mastella (Segretario Nazionale Noi di Centro) e Mario Tassone (Segretario Nazionale CDU).

Tentativi falliti di ricomposizione democristiana
Nonostante le molteplici iniziative, i tentativi di trovare una base comune per ricomporre l’area democristiana non hanno prodotto risultati concreti. A rendere ancora più complessa la situazione è l’indirizzo populista e demagogico dell’attuale maggioranza di governo, che punta a mettere in discussione principi fondamentali come la divisione dei poteri e gli assi portanti della Carta costituzionale.

La nuova era autoritaria e le aspettative del dibattito
Sul fronte internazionale, una situazione geopolitica inquietante, come l’ascesa di quella che alcuni definiscono una “democrazia autoritaria” sotto la presidenza Trump, aggiunge incertezza. Le aspettative di questo incontro non sono irrilevanti: l’auspicio è che emerga una visione di Paese condivisa, ispirata ai valori che guidarono la Dc nel promuovere sviluppo e progresso dopo la Seconda guerra mondiale.

L
importanza di una visione condivisa
È cruciale che il dibattito non sia solo un’esibizione di leadership personali ma una discussione autentica, consapevole della posta in gioco. Più della metà degli elettori, infatti, non partecipa più alle elezioni, un dato che richiede lungimiranza e coraggio per evitare una semplice adesione alla corrente dominante.

Una scelta di campo incompatibile
Recentemente, Cuffaro ha dichiarato ai media l’intenzione della nuova Dc di impegnarsi stabilmente in un’alleanza con le forze di centrodestra, un proposito che contraddice gli obiettivi dichiarati nel 2018 al XIX Congresso, in cui si intendeva mantenere una Dc autonoma e distinta. La scelta di integrarsi stabilmente nel centrodestra, ora dominato da forze sovraniste e populiste, tradisce lo spirito interclassista, moderato e riformista della Dc storica.

Una rottura con il proporzionalismo
Questa decisione rompe anche con l’idea di proporzionalismo, cruciale per l’esercizio democratico dei diritti politici e per una partecipazione diffusa, che storicamente si è sempre opposta a politiche populiste e sovraniste, sia di destra che di sinistra.

Assenza di rappresentanti riformisti
Un altro elemento problematico è la mancata presenza di esponenti riformisti e azionisti al tavolo del confronto. Che si tratti di una dimenticanza o di un’esclusione deliberata, l’assenza rafforza l’impressione di una certa strumentalità nel dibattito e di un progetto orientato a legare l’area moderata e cattolica a una coalizione spinta verso politiche populiste e demagogiche.

Un rischio per il progetto centrista
Nell’attuale assetto politico, il rischio è che la nuova Dc finisca per diventare stabilmente gregaria di un progetto che naviga verso il populismo, indebolendo così ogni aspettativa seria di un centro realmente autonomo. Con la scelta di Cuffaro di entrare in “Noi Moderati”, guidato da Maurizio Lupi, la nuova Dc si è di fatto resa parte integrante di una coalizione di centrodestra, oggi dominata dai partiti sovranisti.

Il ruolo del centro in un sistema bipolare
In definitiva, la nuova Dc sembra orientata verso un ruolo subalterno in un sistema bipolare, lontano dall’esperienza della Dc storica, che aveva saputo attrarre un ampio consenso e costruire alleanze equilibrate. La tavola rotonda che si terrà promette però di offrire uno spunto interessante per comprendere le diverse posizioni su quale ruolo dovrebbe avere oggi un partito che si richiama a quei valori.