Riscoprire la forza del dialogo
Nel tempo delle polarizzazioni, delle parole urlate e delle tesi irrazionali che si impongono sui social e nel dibattito pubblico, Papa Leone XIV ha rilanciato ieri il valore della Dottrina sociale della Chiesa. Lo ha fatto davanti ai membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, ricordando come essa debba diventare “strumento di pace e di dialogo per costruire ponti di fraternità universale”. Non un insieme di formule da difendere, ma un linguaggio capace di interpretare, con umiltà, i cambiamenti della storia.
Il sapere come ricerca, non come imposizione
Una delle novità più significative del discorso è l’invito a riscoprire il significato autentico della parola “dottrina”, lontano da incongrui dogmatismi. “Ogni dottrina si riconosce frutto di ricerca – afferma il Papa – e quindi di ipotesi, di voci, di avanzamenti e insuccessi, attraverso i quali cerca di trasmettere una conoscenza affidabile, ordinata e sistematica su una determinata questione”. Pertanto, l’insegnamento sociale della Chiesa non è un’ideologia chiusa, ma un processo dinamico, aperto alla pluralità delle voci e fondato su un sapere condiviso. Una visione che sembra richiamare, come ha osservato Stefano Ceccanti, il pensiero del teologo Marie-Dominique Chenu per il quale doveva valere il rifiuto di ogni metodo deduttivo rigido.
I poveri al centro, non ai margini
Nel cuore del discorso, Leone XIV richiama il mandato evangelico di ascoltare chi è stato scartato. “Vi raccomando di dare la parola ai poveri”, afferma, perché “sono i continuatori e attualizzatori della Dottrina sociale, espressione delle periferie esistenziali in cui resiste e sempre germoglia la speranza”. È un richiamo potente alla Chiesa e al mondo: senza l’ascolto dei poveri, anche la Dottrina sociale rischia di trasformarsi in vuota teoria.
Contro l’indottrinamento, per la libertà della coscienza
Nella parte più densa del discorso, il Papa mette in guardia contro l’uso ideologico della dottrina. “L’indottrinamento è immorale – ricorda – impedisce il giudizio critico, attenta alla sacra libertà del rispetto della propria coscienza […] e si chiude a nuove riflessioni perché rifiuta il cambiamento o l’evoluzione delle idee”. Parole che risuonano come un appello a tutta la comunità cristiana – e non solo – per un sapere che non sia inteso come potere, bensì come servizio.
Di seguito il link per leggere il discorso del Papa