La situazione politica, è critica, preoccupante e dovrebbe avere una maggiore attenzione da parte delle forze politiche, con un serio ed efficace programma per creare le condizioni di risoluzione delle vicende che interessano il nostro Paese; però si constata, nostro malgrado, che non si pensa in modo costruttivo e qualificato ad una proposta concreta per la ripresa economica del paese.
Tutti i soggetti sono interessati solo alla propria collocazione personale per avere assicurato la continuità in parlamento, senza che ci sia un serio dibattito di come intervenire in modo concreto sulle questioni italiane. Ciò avviene per la mancanza di partiti storici nel nostro paese, oltre alla responsabilità di ciò che è da attribuire all’insufficienza, intellettuale e politica, dei gruppi dirigenti, dei partiti attuali presenti in parlamento.
La disoccupazione, la mancata crescita, la crisi del lavoro ha prodotto in questo paese solo un profondo scoramento nelle giovani generazioni, dunque, molti di essi emigrano per potere trovare un lavoro che li soddisfi.
Nel paese siamo di fronte a forze politiche costruite al solo fine di portare il paese in una profonda destrutturazione dello Stato liberale. Esse non hanno alcuna cultura pregressa, portano come soluzione l’assistenzialismo, generalizzato con bonus e benefici, ma che limitano di fatto gli investimenti che alla fine sono quelli che producono lavoro e sviluppo. Tutto questo non può certo essere disconosciuto, siamo di fronte alla decadenza della politica. Ci chiediamo come si può uscire da questa impasse in cui è caduto il paese.
Nella piena consapevolezza siamo più che convinti che oggi si debba portate avanti un’azione politica, senza avere alcun rimpianto per il passato, né tantomeno avere nostalgia di quello che fu e che non può più essere, per vari motivi, che sono di ordine sociale, politico, economico, culturale, dunque, è fortemente necessario agire in piena sintonia con le innovazioni socio-politiche per potere proiettarsi su un’azione politica che possa farsi carico di questa novità.
La prima cosa è quella di pensare ad un nuovo soggetto politico, dove non emerga il passato né in modo diretto, né con l’applicazione del nepotismo. La monarchia è stata sconfitta dalla Repubblica e siamo in democrazia. Essa deve essere sempre vigilata e attenzionata per assicurarne la continuazione come sistema politico. La democrazia non è un sistema politico ereditario.
E’ evidente che oggi la posizione dei cattolici democratici, risulta molto indebolita, per una serie di fattori, come ad esempio la perdita del referendum sul divorzio, la presa di distanza di tutte le associazioni cattoliche, Acli, Coldiretti,Cisl, l’Azione Cattolica hanno determinato il mancato appoggio elettorale delle associazioni cattoliche collaterali al mondo politico, i cui risultati sono ben noti.
A questo punto sorge spontanea una domanda: quali sono le prospettive politiche dei cattolici democratici? La risposta è piuttosto semplice non guardare al futuro con lo sguardo al passato, ma essere innovativi sui metodi e sulle argomentazioni delle proposte politiche.
Il passato ormai è storia, dunque, il futuro verrà dal futuro, non dal passato, perché porterebbe nel presente tutti gli effetti negativi che era nella cause, dunque, è necessario avere delle idee innovative, che sono la conditio sine qua non , per potere riprendere una nuova iniziativa del cattolicesimo politico.
Certamente non è possibile più come è avvenuto in passato un partito che sia espressione del potere, ma concepisca il metodo democratico come spirito di servizio, senza il quale non è possibile avere un nuovo soggetto che sia espressione del cattolicesimo politico.
In democrazia la restaurazione è impossibile, specie quando ci sono grandi mutamenti nella società a livello mondiale, sia sui rapporti economici, che politici. Ciò deve farci capire che è cambiato tutto, che è finita la grande stagione della ricostruzione post-bellica, dunque, in conseguenza è anche cambiato il modo di concepire la politica. Insistere su questioni ormai superate dalla storia è fortemente deprimente e porta di sicuro al totale fallimento.
La storia segna un passaggio conclamato su questo argomento che vale la pena ricordare.
La rivoluzione francese porta sul panorama politico europeo, tre filoni di pensiero, che hanno un riflesso sul cattolicesimo politico italiano. Uno riguarda la restaurazione, perché difensori della monarchia assoluta, e quindi rinnegano il liberalismo e il socialismo. Uno è riferito alla concezione cattolica conforme alla fraternità e all’uguaglianza, ma ritiene la libertà come carattere rivoluzionario. La terza posizione considera la modernità che la rivoluzione francese inaugura come nuova stagione politica.
La concezione del cattolicesimo democratico, scaturisce da questa particolare posizione, la terza, che fu sostenuta, in Italia da padre Gioacchino Ventura, Romolo Murri, Ernesto Buonaiuti Luigi Sturzo.
Oggi, dunque, abbiamo superato la fase della modernità e nasce una nuova stagione storica che deve guardare al post-moderno e trovare le soluzioni a questa nuova visione .
Le prime cose da fare sono quelle che nella nuova concezione storica e sociale, che ha come sfondo il mondo poiché siamo nell’era della globalizzazione, è necessario difendere i diritti dei cittadini, è una cosa fondamentale della democrazia, siamo obbligati alla tutela dei diritti. Su questo principio è necessario nel nostro paese rigenerare le autonomie costituzionali, Comuni, Province, Regioni, che costituiscono la base democratica e territoriale di servizio ai cittadini. Le riforme che sono necessarie per lo sviluppo del paese, vanno condotte per migliorare le istituzioni non per renderle inefficaci e svilite del loro principio costituzionale. Operare al fine di rendere maggiore giustizia sociale è un dovere di ogni cattolico democratico impegnato in politica.
Queste condizioni sono fondamentali per lo sviluppo di questo paese, ormai allo sbando e certamente con un futuro incerto, è necessario un intervento qualificato e qualificante al fine di evitare il peggio. Tutto questo è possibile attuarlo con un nuovo soggetto politico, che affondi le sua radici nel cattolicesimo democratico, che ne sia espressione.
Siamo consapevoli che per fare questo è necessario impegnare molte risorse umane che siano di sicura estrazione democratica, senza che si crei un nepotismo che porterebbe sicuramente a vivere una stagione politica all’insegna di un neofeudalismo, che porterebbe ancora sciagure su questo paese.
Un sistema politico così basato, avrebbe come fine quello di sostituire la classe dirigente con i discendenti degli ex e tagliare fuori una nuova classe dirigente capace e non collusa. Significherebbe solo creare una società tribale e succube di questa forma neofeudalistica. La libertà così verrebbe assoggettata a queste dinastie che vogliono solo occupare posti di potere. Questa prospettiva non è auspicabile, anzi, va evitata e combattuta per il bene del popolo, per evitare il “beneficium” di pochi a discapito di molti.
I principati sono stati superati con l’avvento risorgimentale e la costituzione dello stato moderno, per cui oggi non sono più di moda, perché superati dalla storia.
E’ fortemente necessario un cambiamento con una forte caratterizzazione democratica, all’insegna del rigore morale, dell’onestà, che dia una nuova linfa alle istituzioni repubblicane, ma che sia soprattutto imperniato sulla legalità che è un principio inalienabile e indissolubile.
Noi ci adopereremo su questa via per portare un beneficio a tutte le classi sociali, in particolare a quelle che sono ai margini e dimenticati per dare loro una possibilità di riscatto.
Saremo con gli agricoltori, con i professionisti, con tutta la classe media, e saremo anche con gli imprenditori che vorranno contribuire alla soluzione delle problematiche del nostro paese.
Saremo attenti e vigili per sviluppare un serio progetto politico di cambiamento, facendo appello “a tutti gli uomini disponibili”.