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mercoledì, 26 Novembre, 2025
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"UnfatheredByJapan", l’appello di un docente italiano per i figli

Roma, 26 nov. (askanews) – “UnfatheredByJapan” (Non più padre per mano del Giappone, ndr): si intitola così il diario che Michele Dall’Arno, docente universitario di fisica in Giappone, ha aperto su YouTube da quando, lo scorso 31 ottobre, la moglie ha lasciato la loro casa a Toyohashi, a sud-ovest di Tokyo, portando con sé i loro tre figli di sette, cinque e due anni, cambiando loro scuola e città, senza permettergli poi di avere alcun contatto con loro. Una pagina online dove legge i libri preferiti dai figli prima della buonanotte, “cercando di compensare la loro assenza con la speranza che la vedano”, lancia appelli alla moglie, dopo la sua richiesta di separazione, perché accetti di dialogare e di arrivare a un accordo sull’affido condiviso dei bambini, e racconta le vicissitudini di un genitore che si scontra con un sistema “che premia il genitore che ha rapito i bambini, riconoscendogli l’affidamento dei figli”.

La vicenda di Dall’Arno non è infatti un caso isolato in Giappone, che non riconosce ancora l’affido condiviso dei figli, per cui chi lascia per primo il tetto coniugale con i figli ottiene poi l’affidamento. Nel suo diario Dall’Arno racconta di aver incontrato in queste ultime settimane altri padri, ma anche madri, finiti nella sua stessa situazione in Giappone e di aver scoperto che il Paese del Sol Levante è considerato “il buco nero” nei casi di sottrazione di minori, grazie al documentario “Unfathered” realizzato nel 2018 da Chiara e Federica Galvani con Marzo Panzetti.

“Si stima che ogni anno 150.000 genitori vengano esclusi dalla vita dei loro figli a causa di una decisione unilaterale del partner”, si afferma nel documentario che racconta le vicende di quattro padri esclusi dalla vita dei loro figli, sottolineando che quello che nel resto del mondo viene considerato rapimento e trattato come tale, in Giappone è ampiamente tollerato.

“Mia moglie ha lasciato il tetto coniugale, ha cambiato la residenza, la scuola dei bambini, che è illegale, dal momento che siamo ancora sposati e sono al 50% responsabile. Mi sono rivolto alla polizia, che non ha fatto nulla, e a diversi legali, che mi hanno confermato che la polizia non fa assolutamente nulla e che il tribunale premia quel genitore che ha rapito per primo i bambini, lasciandogli l’affidamento per i decenni a venire”, ha raccontato ad askanews Dall’Arno, che vive in Giappone dal 2012 per ragioni di lavoro. Il docente non nasconde le difficoltà incontrate nel corso dei 12 anni di rapporto con la moglie, “problemi di dialogo che ho cercato di risolvere, trovando due anni fa nella mia università una counselor da cui andavamo, una volta alla settimana, alternativamente, e che ci aveva aiutato molto”. Ora “mia moglie ha interrotto ogni rapporto non solo con me e con la mia famiglia, ma anche con la counselor”, rifiutando ogni forma di dialogo.

Il prossimo 11 dicembre si terrà la prima udienza per la separazione, “ma sarà data priorità ai soldi, per cui si deciderà in fretta quanto dovrò versare a mia moglie”, mentre “il fatto che i miei bambini siano stati rapiti e che io sia privato dei miei diritti di genitore non entrerà in aula”, ha rimarcato Dall’Arno, secondo cui “la mia battaglia legale, che comunque combatterò, è persa in partenza, e il legale non mi fa illusioni”.

Il docente italiano ha riferito di essersi rivolto anche al Consolato italiano a Osaka, raccontando che “mia moglie ha rifiutato la richiesta del Consolato di una videochiamata per verificare almeno lo stato di salute dei bambini”. Contattato da askanews, il Consolato ha confermato di seguire “con la massima attenzione un caso molto delicato, in un contesto normativo molto complesso”. Il Giappone non riconosce ancora l’affido condiviso. Nel maggio 2024 è stato approvato un disegno di legge che introduce l’affidamento congiunto dei figli minori per le coppie divorziate dal 2026. Nella pratica, però, sarà difficile che i genitori trovino un accordo.

L’auspicio di Dall’Arno è che la sua vicenda spinga le istituzioni politiche e diplomatiche italiane a fare pressioni sulle istituzioni giapponesi perché mettano fine a questo sistema che definisce “barbaro”, e che abbia risalto in modo che “altri cittadini stranieri come me possano fare una scelta informata quando si tratta di sposare un giapponese”. Ma soprattutto, come dice mentre su “UnfatheredByJapan” legge ai figli il libro di Stephen Biesty su come è fatto un aereo, che “un giorno, molto presto, questo aereo ci porti tutti insieme in Italia, a fare una bella vacanza, come abbiamo fatto fino a questa estate, tutti insieme”.

(di Simona Salvi)