A differenza di altri Paesi del centro e del nord Europa, l’Italia registra una differenza più marcata nelle fasce dei redditi. Si comprende allora la presa di posizione di Cgil e Uil relativa allo sciopero del 16 dicembre. Ma in questa fase, come sostiene la Cisl, occorre equilibrio e moderazione. Il, dialogo con il governo non va interrotto.

Siamo alla vigilia dello sciopero indetto da due forze sindacali, la Cgil e la Uil. Non è la prima volta che il fronte sindacale si divide. In più circostanze questo fenomeno ha dimostrato comportamenti opposti: più oltranziste le prime due sigle; meno feroce la Cisl.

Hanno ragione o hanno torto?

Perché queste due domande? Perché potrebbero avere ragione e torto; oppure torto e anche ragione. Non c’è alcun dubbio che i sindacati fanno gl’interessi dei lavoratori. La loro funzione è quella. Non per questo però, sono un corpo estraneo dalla società. Cioè non sono un insieme astratto, in quanto sono anch’essi calati nel tessuto del Paese.

Da questa breve osservazione, si può allora dare una risposta alle due domande. Se viste separatamente dal contesto, non c’è alcun dubbio che (Cgil e Uil) abbiano ragione; calate nell’orizzonte complessivo invece, emergerà il loro torto. Come si comprende la cosa è piuttosto complessa. Ad esser sinceri, il nostro Paese, a differenza di altri del centro e del nord Europa, registra una differenza più marcata nelle fasce dei redditi. Da noi i salari sono nettamente più bassi rispetto a Francia, Germania e Inghilterra. Da qui si giustifica la presa di posizione relativa al giorno 16 dicembre. 

 

La cosa è piuttosto chiara, la quantità di denaro che sta interessando l’Italia potrebbe essere redistribuita con maggiore equità. Questo è il problema sottolineato dalle due forze sindacali che hanno proclamato lo sciopero (Cgil e Uil). Dal loro punto di vista la pretesa è più che legittima. Accanto a questa lettura c’è poi quella più articolata e mediata di coloro i quali sostengono che, proprio perché stiamo attraversando un periodo terribile, non sia possibile scrivere manovre non in linea con i comportamenti già ben collaudati. In sostanza, è maggiorente comprensibile una lotta sindacale in tempi meno burrascosi, che nei frangenti attuali dove un po’ tutti vano soffrendo una malessere in ogni angolo palpabile e vero. È ciò che sostiene la Cisl e quanti ci richiamano alla moderazione quando si tratta di ridisegnare i flussi della redistribuzione dei redditi.

Come ben capite, non mi sento di dare né torto né ragione, né agli uni né agli altri. Tutti hanno dalla loro parte un bel sacco di motivi per spingere verso la propria direzione, e nel contempo, soffrono anche per avere un bel numero di contrarietà a frenare i propri andamenti. 

Sta di fatto che la contraddizione non verrà sciolta prima dell’evento. Che coloro i quali tentavano di mediare non sono riusciti nell’impresa. Quindi, lo sciopero si farà.

Ma dopo aver consumato questo strappo ci sarà un’altra pagina da scrivere. Foglio che dovrà essere riempito comunque, dalle controparti, perché una soluzione dovrà essere ciò nonostante trovata.