In 14 Stati si è votato per scegliere il candidato democratico alla Casa Bianca. L’ex vice di Obama Biden si assicura Virginia, North Carolina, Oklahoma, Alabama, Tennessee, Minnesota, Arkansas, Massachusetts North Carolina Texas.
Sanders conquista California, Utah, Colorado e il suo Vermont. Bloomberg, il grande sconfitto, vince solo nelle isole Samoa e già domani potrebbe annunciare addirittura il ritiro dalla competizione.
La senatrice Warren, sempre più indietro nella corsa, ora si trova a un bivio: nel Massachussets, il suo Stato, è terza con circa il 21 per cento, un risultato decisamente negativo. Quattro anni fa Warren assegnò il suo endorsement a Hillary Clinton e nelle prossime ore potrebbe decidere di convergere verso Biden, tenuto conto degli aspri confronti avuti con Sanders durante i dibattiti fra i candidati democratici.
Ora i media statunitensi parlano apertamente di “tsunami Biden”, in netta contrapposizione con la dialettica del presidente in carica, Donald Trump, che si è sempre rivolto a lui con l’ironico appellativo di “Sleepy Joe”.
Analizzando i dati si può ben affermare che i democratici siano riusciti a riunirsi sotto l’egida di Joe Biden, grazie anche al lavoro sottotraccia dell’ex presidente Barack Obama e di altre figure di spicco dell’élite del partito, dall’ex consigliere alla sicurezza nazionale Susan Rice a Victoria Reggie Kennedy alla vedova dell’ex senatore Ted.
Però, prima della grande kermesse democratica, bisogna aspettare martedì 10 marzo, quando si voterà in Idaho, Michigan, Mississippi, Missouri, Washington. E il 17 quando si voterà in Arizona, Florida, Illinois e Ohio.