Roma, 3 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti ribadiscono di essere pronti a intervenire a difesa dei loro giganti digitali, ove dovessero insorgere conflitti con le nuove normative europee, in particolare sulla libertà di espressione. “Stiamo tornando alla nostra tradizione sulla libertà di espressione, torniamo alle radici del nostro primo emendamento”, ha detto Brendon Carr, presidente della Federal Communications Commission intervenendo al Mobile World Congress di Barcellona. Secondo quanto riporta Cnbc, l’esponente Usa ha rimarcato che da quando sono state imposte le restrizioni motivate dal Covid, nel 2020 e 2021, c’è un diffusa percezione sul fatto che la libertà di parola sia stata erosa.
“Da parte del presidente (Usa Donald) Trump e da parte mia, nel governo stiamo incoraggiando le imprese tecnologiche a mettere fine alla censura che abbiamo visto negli ultimi anni”, ha affermato. E ha messo nel mirino il Digital Services Act della Unione europea. “Ci sono alcune preoccupazioni che ho rispetto all’approccio che l’Europa ha adottato, in particolare con il Dsa. Esiste il rischio che questo regime regolamentare imponga regole eccessive rispetto alla libertà di espressione”.
Secondo Carr i giganti digitali Usa considerano eccessive le regole Ue e le reputano “incompatibili” con in valori fondamentali Usa. La presa di posizione segue quella mostrata il mese scorso dal vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, che durante un vertice sull’intelligenza artificiale a Parigi aveva messo nel mirino gli eccessi regolamentari delle normative europee e le loro ricadute per le imprese tecnologiche statunitensi.
“La censura che potenzialmente potrebbe derivare dal Dsa è qualcosa di incompatibile, sia con le nostre tradizioni sulla libertà di parola, sia rispetto agli impegni che le società tecnologiche hanno assunto in termini di pluralismo di opinioni”, ha avvertito Carr. (fonte immagine: Federal Communications Commission).