Roma, 9 nov. (askanews) – “Il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia. La Marcia su Roma non fu un colpo di stato ma ‘poco più di una manifestazione di piazza’ (Francesco Perfetti – storico). Il Regio Esercito, agli ordini del re, aveva tutte le possibilità di fermare la marcia su Roma ma Vittorio Emanuele III si rifiutò di firmare lo stato d’assedio e, il 29 ottobre, convocò Mussolini a Roma (che giunse comodamente in treno da Milano) incaricandolo di formare un governo di coalizione. Il 17 novembre 1922 l’esecutivo formato da Mussolini (composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti) ottenne la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti. Così, fu possibile per Mussolini, continua Francesco Perfetti (storico) , ‘giungere al potere in maniera formalmente legale’. Il fascismo, almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia. Tutte le principali leggi – dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 – furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge”. Lo scrive in un post su Facebook Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega in un posto intitolato: “Ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del Pd”.
Vannacci: Mussolini fu eletto, le leggi razziali votate dal Parlamento
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