Molti leader di tutto il mondo si sono associati al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus nel richiedere apertamente, il 30 marzo scorso, un trattato internazionale sulle pandemie, sulla base degli insegnamenti tratti durante la pandemia di COVID-19.

“Ci saranno altre pandemie – si legge nella dichiarazione congiunta – e altre gravi emergenze sanitarie. Il punto non è se succederà, ma quando. Insieme dobbiamo essere maggiormente preparati a prevedere, prevenire, individuare e analizzare le pandemie e a gestire una risposta efficace in modo strettamente coordinato.

La pandemia di COVID-19 ci ha ricordato in modo chiaro e doloroso che nessuno è al sicuro finché non lo saremo tutti.

Ci impegniamo quindi a garantire un accesso universale ed equo a vaccini, medicinali e strumenti diagnostici sicuri, efficaci e a prezzi accessibili, per questa pandemia e per le pandemie future. L’immunizzazione è un bene pubblico globale e dovremo essere in grado di sviluppare, fabbricare e distribuire i vaccini il più rapidamente possibile. (…)

Per realizzare questo obiettivo siamo convinti che le nazioni
debbano lavorare insieme all’elaborazione di un nuovo trattato internazionale per la preparazione e la risposta alle pandemie.”(…)

Obiettivi del trattato

  • Promuovere un approccio che coinvolga l’intero apparato governativo e tutta la società, in modo da rafforzare le capacità e la resilienza alle future pandemie sul piano nazionale, regionale e mondiale
  • Rafforzare la cooperazione internazionale per migliorare, ad esempio:
    – sistemi di allerta
    – condivisione dei dati
    – ricerca
    – produzione e distribuzione a livello locale, regionale e globale di contromisure mediche e di sanità pubblica (vaccini, medicinali, strumenti diagnostici e dispositivi di protezione individuale).
  • Riconoscere un approccio basato sul principio “One Health” che connetta la salute delle persone, degli animali e del nostro pianeta
  • Accrescere i livelli di responsabilità reciproca e responsabilità condivisa, trasparenza e cooperazione all’interno del sistema internazionale e nell’ambito delle sue regole e norme.

“A tal fine lavoreremo con i capi di Stato e di governo a livello mondiale e con tutte le parti interessate, società civile e settore privato inclusi. Riteniamo sia nostra responsabilità, in quanto leader di nazioni e di istituzioni internazionali, garantire che il mondo apprenda gli insegnamenti della pandemia di COVID-19. (…)”

La richiesta congiunta (qui il testo completo) è stata firmata da oltre 20 leader internazionali, tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Mario Draghi:

Di J. V. Bainimarama, primo ministro delle Figi; Prayut Chan-o-cha, primo ministro della Thailandia; António Luís Santos da Costa, primo ministro del Portogallo; Mario Draghi, presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia; Klaus Iohannis, presidente della Romania; Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito; Paul Kagame, presidente del Ruanda; Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya; Emmanuel Macron, presidente della Francia; Angela Merkel, cancelliera della Germania; Charles Michel, presidente del Consiglio europeo; Kyriakos Mitsotakis, primo ministro della Grecia; Moon Jae-in, presidente della Repubblica di Corea; Sebastián Piñera, presidente del Cile; Carlos Alvarado Quesada, presidente del Costa Rica; Edi Rama, primo ministro dell’Albania; Cyril Ramaphosa, presidente del Sud Africa; Keith Rowley, primo ministro di Trinidad e Tobago; Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi; Kais Saied, presidente della Tunisia; Macky Sall, presidente del Senegal; Pedro Sánchez, presidente del governo della Spagna; Erna Solberg, prima ministra della Norvegia; Aleksandar Vučić, presidente della Serbia; Joko Widodo, presidente dell’Indonesia; Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina; Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.