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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Vita e Pensiero | Europa, cittadini e istituzioni insieme per il futuro.

Non è retorico ricordare che un progetto politico deve fondarsi su valori e ideali, non solo su procedure e direttive. Di seguito la seconda parte dell’articolo pubblicato dall’autore sulla rivista dell’Università Cattolica.

A livello internazionale, il ruolo dell’Unione europea, soprattutto a partire dalla guerra in Ucraina, è potenzialmente cruciale, sia geograficamente che politicamente. Ma le incognite sono molte. Per quanto riguarda la composizione del prossimo parlamento, i sondaggi non preannunciano cambiamenti dirompenti ma, come ci indicano alcuni studi sul comportamento elettorale, non pochi cittadini potrebbero decidere per chi votare negli ultimissimi giorni, talvolta persino all’interno della cabina elettorale, e quindi una calcolata prudenza è necessaria. Rispetto alle strategie di lungo periodo, è possibile avanzare qualche auspicio più preciso: non sarebbe sbagliato se le istituzioni europee nel loro complesso (quindi non solo il parlamento) iniziassero a ragionare seriamente, senza retorica e con impegni concreti, sulla possibilità di cooperazioni rafforzate su alcuni temi, primo tra tutti la difesa comune. Proprio per lo scenario internazionale così complesso e delicato, uno scatto in avanti su questa materia sarebbe auspicabile, il che non significa inseguire improbabili progetti utopici, ma affrontare con coerenza le urgenze che impone la realtà.

I risultati delle prossime elezioni europee ci diranno in termini quantitativi se la distanza tra le istituzioni europee e i cittadini europei è aumentata o se si è ridotta. Potremo estrapolare qualche risposta innanzitutto dal tasso di partecipazione al voto e poi anche (seppur in maniera meno evidente) dal consenso che verrà dato alle forze politiche apertamente euroscettiche. Oltre ai numeri, però, non possiamo nascondere il fatto che – ormai da diversi anni – ad essere in crisi è il «progetto europeo»: questa formula indica la difficoltà nel riconoscere quale sia, oggi, il corpus ideale e valoriale che anima la vita di istituzioni importanti come quelle europee. Ce ne accorgiamo quando osserviamo le reazioni alle crisi che si verificano periodicamente: talvolta le risposte sono immediate e convincenti, altre volte titubanti, altre ancora totalmente inefficienti. Si dirà che tutto ciò fa parte del ciclo di vita delle istituzioni, ma ogni volta sembra mancare un sostrato comune. In altre parole, la soluzione che viene trovata è quasi sempre figlia di un compromesso, che è indispensabile per far vivere le istituzioni, ma che non può esserne la ragione costitutiva.

Chi dunque deve attivarsi per rinvigorire il progetto europeo? I passi avanti ci sono stati: le istituzioni hanno messo in moto iniziative per ridurre lo storico deficit democratico che le caratterizza (si pensi alla Conferenza sul futuro dell’Europa), i partiti politici, nonostante tutto, tentano di promuovere iniziative realmente europee (specialmente attraverso i think tank di riferimento), la società civile si impegna in iniziative di partecipazione dal basso, soprattutto rivolte alle giovani generazioni. Le iniziative funzionali sono tutte importantissime, ma è forse ancor più importante ritrovare l’anima del progetto europeo, cioè le motivazioni di fondo che spinsero i padri fondatori a creare le prime forme istituzionali di cooperazione: la promozione della pace, della democrazia e della solidarietà tra i popoli. Non è retorico ricordare, specie in questi mesi, che un progetto politico – per resistere nel tempo – deve fondarsi su valori e ideali e non solo su procedure e direttive.

 

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https://rivista.vitaepensiero.it//news-vp-plus-unanima-per-leuropa-6507.html