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Von der Leyen: l’adesione rapida dell’Ucraina all’Ue è garanzia di pace

Bruxelles, 7 mag. (askanews) – Il modo in cui finirà la guerra in Ucraina “plasmerà il nostro continente per le generazioni a venire”, perché c’è una posta in gioco enorme: il futuro dell’Europa, non solo quello degli ucraini. Un accordo sbagliato porterebbe maggiore instabilità e insicurezza, mentre una pace giusta e duratura “potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza in Europa”. E per arrivare a questo due elementi chiave sono la fine dell’era della dipendenza dell’Ue dalle importazioni di energia russa che finanziano la guerra di Putin, e l’adesione rapida di Kiev all’Ue, come migliore garanzia di sicurezza per l’Ucrana.

Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, oggi a Strasburgo, intervenendo davanti alla plenaria del Parlamento europeo. “Questa settimana – ha ricordato von der Leyen – celebriamo 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’8 maggio 1945, decine di migliaia di francesi, uomini e donne, scesero in piazza sugli Champs-Élysées a Parigi, travolti dalla gioia. Celebrazioni si tennero in tutta Europa, da Londra, ai Paesi del Benelux, a Copenaghen. L’incubo era finalmente finito. Gli eventi di quel periodo ebbero profonde conseguenze per tutti gli europei. Per metà del nostro continente, segnò l’inizio del processo di ricostruzione e riconciliazione. Ma per l’altra metà – ha sottolineato -, la liberazione dal nazismo non portò la libertà. Fu seguita dall’occupazione e dall’oppressione” da parte dell’Unione Sovietica. “Fu un vero punto di svolta per l’Europa”.

“Ottant’anni dopo – ha continuato la presidente della Commissione -, ci troviamo di fronte a un altro momento decisivo nella storia del nostro continente. La guerra in Ucraina finirà, ma il modo in cui finirà la guerra plasmerà il nostro continente per le generazioni a venire. Il futuro degli ucraini è in gioco, ma – ha avvertito – lo è anche il nostro: un accordo sbagliato potrebbe incoraggiare la Russia a cercare di ottenere di più. Sarebbe la ricetta per una maggiore instabilità e insicurezza. Invece, una pace giusta e duratura potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza in Europa. Una pace giusta e duratura, che garantisca la sovranità dell’Ucraina, ne rispetti l’integrità territoriale e ne sostenga le aspirazioni europee”. “Questo – ha indicato von der Leyen – è il bivio che ci troviamo di fronte. E per l’Europa è una posta in gioco enorme. Dobbiamo fare tutto il possibile per rafforzare la posizione dell’Ucraina. Perché abbiamo visto come negozia la Russia: bombarda, intimidisce, seppellisce le promesse sotto le macerie. Putin vuole costringere l’Ucraina ad accettare l’inaccettabile. Perciò, il compito che ci troviamo di fronte è aiutare l’Ucraina a rimanere forte, a impegnarsi in colloqui di pace basati sulle sue condizioni e a sfidare le intimidazioni di Putin”.  Per fare questo, ha spiegato la presidente della Commissione, “dobbiamo avere tre priorità per la nostra azione: primo, sostenere la difesa dell’Ucraina; secondo, completare l’eliminazione graduale dell’importazione di combustibili fossili russi; e terzo, accelerare il percorso di adesione dell’Ucraina alla nostra Unione”.

Innanzitutto, riguardo all’aspetto militare, von der Leyen ha perorato la cosiddetta “strategia del porcospino” per l’Ucraina e per l’Europa. “La Russia – ha avvertito – rappresenta una minaccia permanente per l’intera Europa. Pertanto, l’Ucraina deve essere sufficientemente forte da scoraggiare qualsiasi attacco futuro, con la deterrenza. L’Europa ha già sostenuto l’Ucraina con 50 miliardi di euro di aiuti militari. Ma ora – ha indicato la presidente della Commissione – dobbiamo passare da una logica di aiuti a una logica di integrazione delle nostre industrie della difesa.
Incoraggiamo i nostri Stati membri a effettuare ordini direttamente all’industria della difesa ucraina. Perché questo è il modo più efficace ed economicamente vantaggioso per sostenere
gli sforzi militari dell’Ucraina. Il nostro obiettivo, insieme all’Ucraina, è essere così forti da rendere l’Ucraina indigeribile per potenziali invasori”. Passando al secondo punto, la presidente della Commissione ha osservato che “mentre sosteniamo l’Ucraina, dobbiamo anche continuare a minare la capacità della Russia di condurre una guerra. I proventi dei combustibili fossili rimangono una fonte chiave di finanziamento per la macchina da guerra russa. All’inizio della guerra, spendevamo 12 miliardi al mese in combustibili fossili russi, 12 miliardi al mese! Oggi siamo scesi
a 1,8 miliardi al mese. Smettere di finanziare questo fondo di guerra per Putin è nostro interesse primario per la sicurezza. E per questo, dobbiamo smettere di spendere miliardi in
importazioni di energia russa”. “So che c’è una netta maggioranza favorevole a questo nel
Parlamento europeo, che lo scorso novembre ha votato per vietare tutte le importazioni di combustibili fossili russi. E si sta impegnando a fondo in questo senso anche la presidenza polacca”
di turno del Consiglio Ue. “Ma so anche che alcuni continuano a sostenere che dovremmo riaprire il rubinetto del gas e del petrolio russi. Questo – ha rilevato von der Leyen – sarebbe un errore di proporzioni storiche. E non lo permetteremo. Anche questo deve essere molto chiaro. La Russia ha dimostrato più e più volte di non essere un fornitore affidabile. Putin ha già tagliato i flussi di gas verso l’Europa nel 2006, 2009, 2014, 2021 e durante tutta la guerra. Quante altre volte deve succedere prima che si impari la lezione? La dipendenza dalla Russia non è dannosa solo per la nostra sicurezza, ma anche per la nostra economia. I nostri prezzi dell’energia non possono essere dettati da un vicino ostile”.

Dall’inizio della guerra, ha rivendicato la presidente della Commissione, “abbiamo compiuto progressi incredibili: grazie al risparmio energetico e alle energie rinnovabili, abbiamo già
ridotto le nostre importazioni di gas dalla Russia di 60 miliardi di metri cubi all’anno. E grazie ai nostri partner, abbiamo diversificato le nostre importazioni: non abbiamo dimenticato
come gli Stati Uniti siano immediatamente intervenuti con il Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) quando ne avevamo bisogno, durante la crisi energetica. E come abbiamo ricevuto ulteriore gas via i
gasdotti dalla Norvegia. E come paesi più lontani, come il Giappone e la Corea del Sud, abbiano collaborato a stretto contatto con noi sui mercati globali, per garantire la nostra immediata sicurezza energetica. Così, siamo passati dal 45% delle nostre importazioni di gas provenienti dalla Russia all’attuale 13%”. Inoltre, “siamo passati da un barile di petrolio russo su cinque a un barile su cinquanta, una riduzione di dieci volte”.

“Ma – ha affermato von der Leyen – dobbiamo andare oltre. Dobbiamo anche ammettere che dall’inizio dell’anno scorso le importazioni di energia dalla Russia hanno registrato una leggera
ripresa. Quindi abbiamo bisogno di un ultimo sforzo per eliminare gradualmente i combustibili fossili russi. E questo è l’obiettivo della ‘Roadmap’ che abbiamo presentato ieri. Nel suo ambito,
proporremo il divieto di nuovi contratti energetici con la Russia, nonché il divieto dei contratti sul mercato spot, al più tardi entro la fine del 2025. Lavoreremo per vietare tutte le restanti importazioni di gas russo, sia tramite gasdotti che come Gnl, entro la fine del 2027. E rafforzeremo anche i controlli sulla flotta ombra russa. Quindi, per essere molto chiari: l’era dei combustibili fossili russi in Europa sta volgendo al termine”. L’ultimo punto indicato dalla presidente della Commissione è la necessità di “accelerare il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione. Questa – ha spiegato – non è solo un’aspirazione ucraina. L’adesione all’Unione europea può
rappresentare la più solida garanzia di sicurezza. Ed è stato al centro del mio ultimo incontro con il Presidente Zelensky a Roma”.  “Stiamo lavorando intensamente con l’Ucraina – ha riferito von
der Leyen – per avviare il primo ‘cluster’ di negoziati di adesione e per avviare tutti i ‘cluster’ entro il 2025. L’adesione dell’Ucraina alla nostra Unione – ha sottolineato – è la massima garanzia di una pace giusta e duratura. Perché sappiamo, nella nostra storia, che pace e integrazione europea
sono sempre andate di pari passo. Quindi – ha concluso -,  portiamo l’Ucraina nella nostra Unione, percorriamo insieme la via della pace”.