Anche la nebbia sembra voler presenziare con discrezione al saluto che la Comunità di Chiavenna, ma non solo, ha  voluto porgere ad Athos Valsecchi, nel centenario dalla Nascita. A pochi metri dalla Collegiata di San Lorenzo, con il suo campanile cinquecentesco di pietra ollare, sotto i due bastioni “Paradiso” e “ Castellaccio”, ai piedi della profonda spaccatura che li divide, la Caurga, si apre l’anfiteatro in cui la Comunità chiavennasca custodisce la propria memoria, i propri affetti. Luogo assai  singolare e suggestivo , invita a levare lo sguardo verso l’alto, verso quelle montagne che sono state parte integrante ed essenziale della vita politica del senatore chiavennasco. Sotto una sporgenza rocciosa, quasi ripiegata in avanti ad offrire affettuoso ricovero, riposa Athos Valsecchi con la cara, simpaticissima ed operosa Marisa, moglie , mamma e fedele compagna della vita. Così, con un silenzioso colloquio, inizia il dialogo con Athos, perchè “l’operosità fattiva non ci lascia mai” rammenta bene Mons. Andrea Caelli con affetto, sotto gli occhi attenti dei figli  Giovanna, Ermanno e Francesco, dei nipoti ,dei parenti e degli amici.      

Valsecchi nasce nell’ultima propaggine del lago di Como a Gravedona, ma è nella vicinissima Val Chiavenna che avvia la sua attività politica e la sua presenza come amministratore. E’ del 1919, come Carlo Donat-Cattin. Personaggi così diversi ma così vicini nella concretezza del loro impegno sempre attento alle loro Comunità. 

La Comunità è numerosa ad ascoltare le parole di chi non ha voluto mancare a questo appuntamento organizzato dalla Federbim ( federazione dei Bacini Imbriferi Montani )  e dal Comune di Chiavenna, presso la sala Assembleare della Comunita’ Montana della Valchiavenna. Il giovane Sindaco, Luca Della Bitta, Alberto Frizziero, collaboratore del Sen Valsecchi, l’on. Mauro Del Barba e l’on. Giancarlo Giorgetti. L’atmosfera è quella dei giorni di festa; sui volti dei parlamentari presenti, per una volta in piena concordia,  si legge la soddisfazione nel poter presenziare ad una giornata, non di commemorazione rituale, ma di presa di coscienza della centralità della Politica che è tale quando sa essere vicina alle Comunità con azioni persistenti nel tempo, così come ha testimoniato con la sua vita il sen. Valsecchi. 

Il Sindaco legge il messaggio di Gianni Letta, impossibilitato a partecipare. “Ho conosciuto personalmente il Senatore Valsecchi, ne ho seguito da giornalista l’attività politica e ne ho sempre ammirato la capacità di visione, la correttezza, l’impegno, la dedizione, e la tenacia. Una virtù, questa, che è tipica dei montanari, e che tante volte abbiamo condiviso scherzando sul primato che io rivendicavo agli abruzzesi che notoriamente “hanno la testa dura” come si dice da quelle parti. L’ho anche intervistato e ricordo la chiarezza e il coraggio delle idee, la fermezza delle posizioni e la schiettezza della esposizione., la capacità di trovare soluzione anche ai problemi più complessi. Altri tempi! Una testimonianza, la Sua, anzi una “lezione” di buona politica oggi più che mai necessaria mentre infuria il vento dell’antipolitica .

Ecco perché fate bene a ricordarne la figura e l’opera a chi ha avuto la fortuna di incontrarlo e a “raccontarlo” a chi invece non lo ha potuto conoscere, ma che comunque potrà trarre insegnamento dalla Sua vita esemplare, dall’amore che ha sempre portato alla Sua terra, dalla passione che aveva per la politica come per la montagna.

Mentre rendo anch’io omaggio alla Sua memoria, Le sarò grato se vorrà portare il mio saluto più cordiale e partecipe ai relatori, ai Giurati, e a tutti i partecipanti alla cerimonia” 

Nel ricordo lucido ed affettuoso di Frizziero  emerge la concretezza dell’azione del cattolico impegnato in politica, di cui la Federbim è uno dei frutti tuttora vitali. Fu un’intuizione di Valsecchi che dette vita ai consorzi dei bacini imbriferi e a Federbim , di cui fu presidente da 1968 fino alla prematura scomparsa nel 1985.  Con la nazionalizzazione dell’energia elettrica Valsecchi intuì la necessità di assicurare alle Comunità montane, luogo di produzione dell’energia, la possibilita’ che tale ricchezza rimanesse in qualche misura sul territorio, sia per la gestione e la cura dell’assetto idrogeologico che per le Comunità locali. 

E’ l’on. Del Barba che riporta il pensiero alla dimensione familiare e comunitaria di Athos Valsecchi. Del Barba, di Morbegno come Ezio Vanoni, ricorda come i due , “ legati da profonda stima ed amicizia, abbiano a lungo collaborato e come siano stati accomunati  anche nella morte improvvisa, accolta dalle rispettive Comunita’ con profondo sconcerto percepibile dal silenzio surreale” che, si racconta, accompagno’ il diffondersi della tragica notizia, a Morbegno nel 1956 e quindi, riferisce Del Barba, a Chiavenna nel 1985.

Valsecchi fu esponente di spicco della Democrazia Cristiana del dopoguerra. Esempio non solo di radicamento nel territorio ma di capacita’ e competenze, non usuali, al servizio del Paese. Non usuali ma non rare, come sottolinea l’on. Giancarlo Giorgetti,  in quelle generazioni cresciute durante la guerra e consapevoli della sfida per nulla facile della ricostruzione. Deputato nel ’48 fino al ’58, poi senatore fino al 1985. Innumerevoli volte Sottosegretario, anche alla Presidenza del Consiglio con Leone; Ministro dell’Agricoltura e Foreste (1969), Ministro delle Poste e Telecomunicazioni(1970), Ministro della Sanità (1972), Ministro delle Finanze (1973). Il decreto che introdusse l’Imposta sul Valore Aggiunto , reca la sua firma.

 Ma la dimensione di Valsecchi, che conosceva perfettamente il tedesco ed il francese,  era anche Europea. Membro dell’Assemblea Parlamentare Europea e vice presidente della Commissione per il bilancio della stessa, fu Presidente dei Comitati di Cooperazione economica Italo–Tedesca e Italo-Francese la cui attivita’ porto’ alla creazione del Mercato Comune Europeo. Fu Presidente dal 1967 al 1975 dell’Istituto per l’Economia Europea.   

La persistenza e l’efficacia, nel tempo, dell’azione politica di Valsecchi sono – secondo Giorgetti – “la testimonianza di come la Politica possa e debba essere sui territori, non in maniera episodica ma strutturata come accadeva un tempo. Perchè il successo deve tornare a misurarsi con le Comunità ed il loro bisogni e non con l’evanescenza di suggestioni spesso pretestuose e disancorate dai bisogni reali” . 

Athos Valsecchi è stato capace di incarnare se’ stesso nella Sua Comunità e nel Suo Paese rimanendo tra noi con opere buone e persistenti. L’ha fatto con semplicità. Con la semplicità delle nostre valli. Don Primo Mazzolari, nel licenziare un breve saggio sulla liturgia quaresimale ricorda che “ le verità di Dio rimangono divine anche quando , per accostarle alla nostra mente e renderle salutari al nostro duro cuore, si è costretti a farle scendere dalla chiarezza contemplativa alla penombra di una chiesa di campagna”.  Valsecchi ha saputo, con analoga semplicità, dar corpo alla Fede, sempre presente nel Suo cuore come le Sue montagne.