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venerdì, Marzo 21, 2025
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Zucchero al Circo Massimo: "Sarà magia". Il rock ormai è annacquato

Roma, 21 mar. (askanews) – “Il Circo Massimo è un luogo iconico, affascinante. Non vedo l’ora di suonare lì… sarà una magia particolare. Roma è sempre stata qualcosa di magico, di esplosivo, di unico”. Zucchero torna nella Capitale dopo due anni dai cinque concerti sold out a Caracalla, il 23 e 24 giugno, al Circo Massimo, per 26mila persone. Già oltre 15mila i biglietti venduti.

Una scaletta “ancora da decidere” con tanti possibili ospiti internazionali, anche se “di solito sono sorprese”. “Non riesci a pianificare prima, non sai se sono impegnati o meno – dice Zucchero incontrando la stampa a Roma -. Sicuramente, se sono liberi non avranno problemi a venire. Mi piacerebbe venissero Bono, Sting, artisti che so che vengono volentieri, che sono amici”. E ancora Brian May dei Queen, Eric Clapton, Peter Gabriel. Zucchero snocciola nomi e aneddoti legati a star internazionali. “Succede tutto un po’ all’improvviso – racconta – come quella volta quando Eric Clapton mi chiamò alle tre del pomeriggio, per suonare alle 19. Dovevamo fare il sound check e invece sono salito sul palco senza nemmeno provare. Qualcuno non ci sarebbe andato, io invece sono uno che rischia, mi piace l’adrenalina”.

Zucchero racconta di quanto è stata importante la gavetta. “Ho cominciato giovanissimo, a 15 anni. Suonavo tutte le sere, fino alle tre-quattro di notte. E cantavo…. Ora in effetti non c’è più la gavetta. Ci sono i talent, ma si prova e si canta. Non è una gavetta. Non c’è un ricambio – prosegue l’artista emiliano – non c’è più la figura del musicista orchestrale che deve studiare e imparare un repertorio internazionale”.

Il cantante preferisce “parlare poco” e “dare spazio alla musica, perché le canzoni parlano, la musica parla”. Anche se ce ne sarebbero di motivazioni per “parlare” o “lanciare dei messaggi”. Come “le varie guerre in giro, o Putin, o Trump, gli accordi di pace, Gaza, Musk… ma parlarne ormai diventa un luogo comune”.

“Ovviamente ognuno ha le sue opinioni e a volte è preferibile non toccare certi argomenti – prosegue Zucchero – se non buttarli lì in modo abbastanza sarcastico perché se li approfondisci non sai mai come arrivano. E poi, Pavarotti mi diceva sempre: ‘Te pensa a cantare e non rompere i co… Tutto questo non è qualunquismo, anche perché ci sono state varie occasioni dove sono stato al centro di polemiche per aver detto la mia. Purtroppo faccio presto a passare dalla ragione al torto. Non sono diplomatico. E poi…non cerco di portare il pubblico al mio mulino, se non con la musica. Non sono un influencer, sono tutto l’opposto di un influencer. Non amo la piaggeria”.

Dunque il rock impegnato non esiste più? “Direi di no, il rock che senti adesso è molto annacquato. C’è stato un periodo che il rock mandava messaggi contro il sistema; ora manca questo impegno che prima era del rock, poi del rap. Ora manca totalmente. Chi è rimasto? Forse Springsteen, Bob Dylan. Uno dei nuovi che non mi dispiace può essere Salmo, con cui condivido diverse tematiche”.

Infine, sullo show di Roma, dice: “Farò il repertorio con le hit che tutti vogliono sentire, ma ogni sera posso cambiare in base all’atmosfera che si crea nel posto. E poi, saranno tutti a sedere. E’ un po’ come una confort zone, non c’è la ressa, il casino. Sarà un concerto meno rock ‘n roll ma i mie fan negli anni sono diventati più sofisticati….”

Di Serena Sartini